Venezia verde - Sarà una discarica la protagonista della Biennale Architettura
Al Padiglione Italia sarà presente Peccioli (Pisa) e la sua discarica gigantesca affrescata da Sergio Staino e dagli enormi wall drawing dell’artista neoavanguardista David Tremlett
Un Padiglione Italia a impatto zero e focalizzato sul cambiamento climatico porterà sotto le luci della ribalta veneziana esempi virtuosi di comunità che si sono fatte carico di una nuova agenda di sviluppo sostenibile – ecologico, climatico, sociale, politico, digitale. Il comune di Peccioli (PI) porterà alla Biennale di Architettura di Venezia il suo modello straordinario ed esemplare di comunità resiliente in chiave ecologica, sociale, circolare e tecnologica. Una singolarità che nasce da centinaia di tonnellate di immondizia.
Dallo scarto alla ricchezza
Gioiello medievale custodito dai poggi lungo la direttrice Pisa-Volterra, Peccioli è considerato un vero e proprio laboratorio di idee, soluzioni, innovazioni, sperimentazioni entrato nei radar degli osservatori internazionali (ONU in testa). Il sistema pecciolese ruota attorno a una discarica gigantesca la cui gestione, fatta di accorta partnership pubblico-privato, ingoia tonnellate immondizia e riversa energia, ricchezza, servizi, strutture, infrastrutture, assistenza, bellezza, cura ambientale e benessere a tutta l’Alta Valdera. Al centro di tutto c’è un impianto di raccolta e trattamento dei rifiuti, ormai sostanzialmente autosufficiente dal punto di vista energetico, e i suoi corollari: gli ‘ettari di cielo’, ossia il parco eolico, la centrale fotovoltaica – primo impianto ad azionariato popolare in Italia -, il teleriscaldamento e la centrale a biomasse. Sono ormai oltre 35milioni i KW/h prodotti ogni anno, in parte utilizzati, in parte rivenduti alla rete.
I milioni di euro di utili vengono redistribuiti tra il piccolo azionariato pubblico e privato, e riversati nel territorio avendo nel mirino i 17 obiettivi di sostenibilità ONU 2030: reti di servizi, assistenza e trasporti per le fasce deboli, iniziative di recupero del patrimonio agrario, immobiliare, paesistico; aiuto a cooperative sociali, associazioni, fondazioni; investimenti in arte contemporanea.
L’industria verde porta in dote progetti solidali anche di portata internazionale, strutture educative - asilo nido, scuola, mediateca -, centri polivalenti, piste ciclabili, impianti sportivi - tennis, calcio, piscina -, parcheggi multipiano, parchi avventura, opere pubbliche, azioni di riqualificazione urbana, infrastrutture, cura e manutenzione di aree verdi, rilancio di attività agricole, valorizzazione di aree archeologiche.
La robotica sociale
Grazie a questo sistema, che finanzia ricerca e sviluppo, a Peccioli va in scena il primo esperimento al mondo di robotica sociale in un contesto reale: sono i robot che sfilano nei vicoli medioevali e fungono da spazzini a domicilio o portano la spesa a casa, oppure vanno nelle farmacie a fare acquisti per gli anziani con difficoltà deambulatorie. E ci sono anche la casa domotica testata dai cittadini, incubatori d’impresa, spin-off accademici e centri di ricerca sull’innovazione.
Un museo a cielo aperto
Ma non solo. La visione che ha trasformato la cultura dello scarto in una risorsa su cui investire è anche motore di arte e cultura: Peccioli e le sue frazioni sono un museo a cielo aperto, ritmato da installazioni d’autore, opere e landmark sorprendenti immersi nella quotidianità.
E la discarica stessa affrescata da Sergio Staino e dagli enormi wall drawing dell’artista neoavanguardista David Tremlett – che dopo la Tate Gallery di Londra e il MoMA di New York, ha fatto capolino in queste terre con un intervento nel borgo medioevale che è nei cataloghi della storia dell’arte contemporanea – è oggetto di interventi artistici e diventa inaspettato e sorprendente anfiteatro e palcoscenico culturale, ribalta inedita di rassegne di spettacoli, di teatro, di musica, nonché passerella per servizi di moda (celeberrimo quello del Finantial Times) e set fotografico scelto da brand planetari.
Lo sanno gli abitanti, azionisti e beneficiari di una green industry dagli altissimi indicatori di circolarità economica, che lottano ogni giorno contro la marginalizzazione delle aree agricole periferiche e per il rilancio delle dinamiche demografiche, sociali ed economiche locali, confrontando la propria orgogliosa appartenenza territoriale coi temi dell’innovazione, della sussidiarietà e dell’internazionalità.
È così che la gestione della ‘cosa pubblica’ è da tempo entrata nei radar di enti di ricerca e sviluppo, università e istituzioni internazionali, organizzazioni sovranazionali (ONU, OCSE, CNR, Università di Pisa, Legambiente, Touring Club Italiano, Fondazione Symbola, Scuola Superiore di Sant’Anna di Pisa, ecc.). La resilienza, che del problema fa una necessità, e di necessità fa virtù, a Peccioli ha il sapore della quotidianità, della normalità. Mostrando a Venezia un processo metabolico replicabile, che ha trasformato la cultura dello scarto in una risorsa su cui investire. Per il bene di tutti.