Wwf: contro i gas serra serve un’agricoltura amica della natura e comportamenti più attenti
A livello globale, la produzione di cibo è responsabile del consumo del 38% dei territori e del 70% dell’acqua consumata; alcuni semplici regole possono aiutare ridurre l’impatto ambientale della nostra alimentazione
La popolazione della Terra è in continua crescita: dagli attuali 7,3 miliardi diventeremo, secondo la più recente e aggiornata stima ONU, 9,7 miliardi nel 2050. Nutrire tutti ha un immenso impatto sull’equilibrio ambientale del Pianeta: la prima causa del cambiamento climatico - dice il Wwf - è il sistema alimentare.
L’agricoltura globale determina il 35% delle emissioni di anidride carbonica, metano e protossido di azoto: solo l’allevamento zootecnico contribuisce per il 18% alle emissioni globali di gas serra. Dall’altro lato, sono proprio i territori destinati alla produzione di cibo quelli più esposti ai cambiamenti climatici indotti dai gas serra. Il sistema alimentare mondiale è responsabile del 70% dell’utilizzo globale umano di acqua dolce. Se escludiamo Groenlandia e Antartide, attualmente coltiviamo il 38% delle terre emerse, 60 volte quella occupata da strade ed edifici. L'agricoltura ha già trasformato radicalmente il 70% dei pascoli, il 50% delle savane, il 45% delle foreste decidue temperate e il 25% delle foreste tropicali.
Perché ognuno possa dare il proprio contributo, il Wwf ha elaborato alcune semplici regole per un’alimentazione sostenibile. I consigli evergreen comprendono l'acquisto di prodotti locali (limita la produzione di CO2 dovuta ai trasporti), la riduzione del consumo di carne (introducendo legumi nella dieta), la scelta del ‘pesce giusto’ (occhio alle taglie e a diversificare i prodotti), la riduzione degli sprechi (1/3 del cibo acquistato finisce mediamente in spazzatura) e l’utilizzo dei prodotti meno elaborati (che contengono anche molti zuccheri, grassi e sali).