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Aree protette: l’agricoltura bio vale un taglio del 7% ai gas serra

where Roma when Mar, 12/03/2013 who redazione

Riconvertendo i campi coltivati nelle aree protette della Rete Natura 2000 è possibile risparmiare al paese 2,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno. Al via il progetto Life fa.re.na.it.

Trentaquattro milioni di tonnellate all’anno è l’impegno di riduzione delle emissioni di CO2 in Italia. Ben il 7% di questo obiettivo potrebbe essere raggiunto solo riconvertendo completamente a un’agricoltura naturale tutti i campi coltivati nelle aree protette della Rete Natura 2000, un patrimonio con un alto valore naturalistico che fornisce servizi ambientali.
Sotto la protezione dell’Unione europea ci sono in Italia oltre 6 milioni di ettari, il 21% del territorio nazionale. Molte di queste zone sono tutelate per valori naturalistici che sono stati conservati da attività umane tradizionali: è il caso dei  pascoli di alta quota, dove la biodiversità – a cominciare dalla presenza di specie in via di estinzione – è garantita dalla pastorizia tradizionale.
Per comunicare il valore non solo della difesa della biodiversità ma della sua importanza per l’agricoltura tradizionale e biologica in queste zone, è partito il progetto Life fa.re.na.it. –  Fare rete natura in Italia: un piano e degli strumenti di comunicazione diretti alle comunità che abitano in quel prezioso 20% del territorio italiano tutelato grazie alle direttive  europee. Il progetto è stato presentato a Roma, assieme ai dati sui servizi ecosistemici offerti nelle aree Rete Natura 2000, in occasione dell’ottavo compleanno del protocollo di Kyoto. 
“Una gestione più sostenibile delle attività agricole nelle aree Sic e Zps, ossia le aree protette su scala continentale, porterebbe a fissare nei suoli dei campi delle aree Natura 2000 circa 2,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno, pari al 50% delle  emissioni annuali dell’industria cartaria italiana e a oltre il 90% di quelle della manifattura del vetro”, secondo il presidente dell’Ispra, Bernardo De Bernardinis. Per dare un’idea della grandezza di questi numeri, è utile ricordare che nel solo anno 2011 il nostro paese ha emesso 433 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

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