Gli abiti usati sono l'1% della raccolta differenziata
Il quadro del settore è stato tracciato dal responsabile per la differenziata e riciclo di Utilitalia, Alberto Ferro, in Commissione ecomafie
Gli abiti usati rappresentano in termini quantitativi circa l'1% del totale dei rifiuti da raccolta differenziata urbana, pari a 133mila tonnellate nel 2017. È questo il quadro del settore fatto nei giorni scorsi dal responsabile per la raccolta differenziata e il riciclo di Utilitalia, Alberto Ferro, durante l'audizione alla Commissione bicamerale ecomafie.
Gli operatori della raccolta - è stato detto - sono gravati da controlli e burocrazia eccessivi, dato lo scarso valore del prodotto. Ci sono sacche di illegalità e infiltrazioni della criminalità: truffe ai Comuni sulle quantità raccolte, personale in nero, mancata igienizzazione dei capi rimessi in commercio, traffico all'estero.
Una parte degli abiti usati viene scambiata attraverso negozi dell'usato o raccolta direttamente dalle parrocchie e altre associazioni benefiche. Il resto entra nella filiera del rifiuto: il materiale viene selezionato e rivenduto previa igienizzazione, oppure avviato a riciclo delle fibre tessili.
Utilitalia ha istituito un tavolo con rete Onu e il centro Nuovo modello di sviluppo, a cui hanno partecipato diverse realtà settoriali. Il tavolo ha l'obiettivo di mettere a punto delle linee guida per l'elaborazione dei bandi del servizio di raccolta e avvio a recupero degli abiti. Un documento su base volontaria che, ha dichiarato Ferro, è in procinto di essere licenziato, insieme anche alla bozza di bando e di capitolato.
"Spero che le linee guida di Utilitalia contribuiscano ad aumentare il livello di legalità di questa filiera, su cui invito le aziende di igiene urbana a tenere alto il livello di attenzione", ha dichiarato il presidente della Commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli (M5S).