Bestack sostiene la ricerca per ridurre l'impronta idrica del cartone ondulato
Il consorzio non profit di ricerca dei produttori di cassette in cartone ondulato per ortofrutta ha promosso uno studio del Politecnico di Milano che dimostra come il comparto sia uno dei più sostenibili nel packaging: la produzione di una cassetta "costa" solo 8 litri
Domenica 22 marzo si è celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell'Acqua, come occasione di riflessione e di sensibilizzazione di cittadini e istituzioni sull'importanza di questa risorsa e sulle criticità che riguardano il suo consumo: si pensi che in media, ogni anno, esauriamo indirettamente, solamente mangiando, vestendoci e comprando merce, 1.385 metri cubi d'acqua, l'equivalente di 8.650 vasche da bagno piene. E in Italia, secondo i dati del Wwf, l'impronta idrica media di ogni individuo raggiunge valori ancora più alti, è di 2.303 metri cubi annui.
“Quando si parla di consumo idrico, non bisogna pensare solo al consumo personale, ma anche alle altre attività umane che sfruttano l'acqua – afferma Claudio dall'Agata, direttore del consorzio nazionale Bestack, ente non profit di ricerca che riunisce i produttori italiani di cassette in cartone ondulato per ortofrutta - Ad esempio, parlando del nostro settore, che è quello del packaging, per produrre un foglio di carta servono 10 litri d'acqua, mentre si usano ben 91 litri per generare 500 grammi di plastica”.
Ogni processo produttivo, infatti, ha una sua Water Footprint: il comparto italiano del cartone ondulato è da anni impegnato nella ricerca e nell'innovazione per migliorare la sostenibilità e l'efficienza della propria filiera. Lo confermano anche i dati di uno studio condotto da Assocarta, che ha misurato l'impronta idrica delle aziende italiane che producono cartone ondulato in generale (fogli o in casse): lo studio evidenzia che, dagli anni '70 ad oggi, questa si è ridotta dei tre quarti.
Un ulteriore studio promosso da Bestack e condotto dal Politecnico di Milano è andato a misurare, nello specifico, la Water Footprint delle aziende che producono cassette in cartone ondulato per ortofrutta. Dallo studio è emerso che per produrre un imballaggio si consumano 8 litri di acqua. “Anche le scelte alimentari sono un fattore decisivo nella definizione della Water Footprint - conclude il direttore di Bestack Claudio Dall'Agata. - Uno studio Barilla evidenzia infatti che l'impronta idrica di un vegetariano corrisponde a 1.500/2.600 litri di acqua al giorno, contro i 3.000/5.000 litri di una persona con un'alimentazione a base di carne (il motivo di questa disparità risiede nel fatto che la filiera della carne e dei derivati richiede una quantità maggiore di acqua, soprattutto per produrre foraggio). È quindi molto più vantaggioso, dal punto di vista delle risorse idriche, mangiare frutta e verdura. Se poi l'imballaggio che le conserva è in cartone ondulato, ecco allora che il vantaggio in termini di sostenibilità ambientale è doppio”.