Il futuro dell’economia circolare al centro degli Stati Generali della Green Economy
Secondo i dati contenuti nel Report di Sostenibilità del Consorzio Nazionale Imballaggi, la filiera del riciclo fattura 9,5 miliardi di euro e impiega 37.000 persone
Il futuro dell’economia circolare alla luce delle nuove direttive europee, tra prospettive e nuove opportunità aperte. Di questo e altro si è parlato agli Stati Generali della Green Economy che si sono svolti a Rimini nell’ambito di Ecomondo. Walter Facciotto, Direttore Generale CONAI, è intervenuto in qualità di coordinatore del gruppo di lavoro riguardante il recepimento delle direttive comunitarie in materia di circular economy e rifiuti, all’interno del workshop “Il pacchetto di direttive sull’economia circolare: prospettive e opportunità”.
Tra i vari settori che forniscono un contributo rilevante all’economia circolare è da sottolineare il riciclo dei rifiuti di imballaggio. Nel 2015 si è ulteriormente consolidata la quota di rifiuti di imballaggio in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro recuperata a livello nazionale, pari al 78,6% dell’immesso al consumo, per un totale di 9,6 milioni di tonnellate. In termini di riciclo, la filiera degli imballaggi, grazie all’operato di Conai e dei riciclatori indipendenti, ha gestito una quota di rifiuti di imballaggio pari al 66,9% sul totale dell’immesso al consumo, equivalente a 8,2 milioni di tonnellate.
Un risultato che va ben oltre i target di legge e che mostra una progressiva crescita negli anni: grazie a CONAI e ai Consorzi di Filiera sono stati reimmessi nel ciclo produttivo ben 8,0 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, di cui il 48% gestiti da Conai-Consorzi di Filiera (3,9 milioni di tonnellate), mentre il restante 52% è stato trattato dagli operatori appartenenti alla gestione indipendente.
Nel 2015 il riciclo degli imballaggi ha permesso la generazione di materie prime seconde equivalenti a 3 miliardi di bottiglie in vetro da 0,75 litri, di 329 milioni di risme di carta in formato A4, di 32 milioni di pallet in legno, di 9 miliardi di flaconi di detersivo in PET, di 1 miliardo di lattine da 33cl in alluminio, e di 725 Frecciarossa (ETR 1000) per l’acciaio.
Inoltre, l’industria del riciclo conta 18mila addetti impiegati nella sola gestione dei rifiuti di imballaggio, di cui il 59% opera nei servizi di raccolta differenziata e il restante 41% nei servizi di preparazione al riciclo. Ampliando invece il perimetro anche all’industria del riciclo, gli occupati, secondo le ultime rilevazioni, salgono a circa 37.000 unità. Aziende che hanno generato un fatturato di 9,5 miliardi di euro e un indotto economico di ulteriori 6,3 miliardi, frutto della maggiore occupazione (attività di raccolta differenziata, avvio del Sistema, logistica, attività di selezione e riciclo degli imballaggi).
“Il riciclo dei materiali rappresenta l’aspetto fondamentale dell’economia circolare e la base della green economy - ha commentato Walter Facciotto, Direttore Generale di CONAI - . Gli Stati Generali della Green Economy sono un momento stimolante di confronto tra i principali operatori per fare il punto della situazione attuale, evidenziare i progressi compiuti e definire gli obiettivi e le strategie future per consolidare ulteriormente l’economia circolare in Italia”.
La rilevanza dell’economia circolare in Italia è sottolineata anche da una ricerca commissionata da CONAI a IEFE-Università Bocconi e all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per indagare l’attuale livello di diffusione dei principi di circolarità nella filiera degli imballaggi e lo sviluppo di iniziative in questo senso.
Le primissime evidenze della ricerca, ad oggi ancora in corso di svolgimento, mostrano come le aziende siano disposte a investire – nonostante i costi più elevati delle materie prime seconde rispetto alla materia prima vergine – in economia circolare, e come l’orientamento green e l’orientamento al business non siano affatto in contraddizione tra loro, ma al contrario vi siano elementi sinergici (efficientamento e riduzione dei costi operativi). Quasi la metà delle aziende utilizza infatti imballaggi composti integralmente da materiale riciclato, a seguito anche dello sviluppo di politiche di green procurement avviate dai produttori di beni di consumo. I principali motivi della virata green delle imprese sono il riconoscimento dei vantaggi dell’adozione di misure di economia circolare per l’immagine aziendale e, di conseguenza, sulle vendite, invitando i propri fornitori - e in particolare la filiera degli imballaggi - a fare sempre di più e sempre meglio su questo fronte.