L'Europa cerca l’accordo sugli obiettivi del pacchetto Economia Circolare
Il 14 marzo si apre la discussione plenaria a Strasburgo sulla revisione della direttiva 94/62 che tratta ciclo rifiuti e ricorso alla discarica
C’è gran fermento tra i 28 Paesi del Consiglio europeo sugli obiettivi del pacchetto sull’economia circolare che verrà discusso dal 14 marzo prossimo in seduta plenaria a Strasburgo, a partire dalla relazione dell’europarlamentare Ue Simona Bonafè. Nel suo intervento, che tratterà i punti dedicati a rifiuti, imballaggi, discariche e Raee, il deputato del PD presenterà gli emendamenti che modificano la direttiva 94/62/CE.
Nonostante le indicazione della stessa Commissione del dicembre 2015 e quelle più recenti della Commissione Ambiente Ue, diverse delegazioni sarebbero al lavoro per “contenere” gli obiettivi di riduzione del riciclo dei rifiuti urbani e degli imballaggi.
L’indiscrezione arriva da EndsEurope, secondo cui diverse delegazioni starebbero lavorando in sede di negoziato per ridurre al 60% il riciclo dei rifiuti urbani al 2030 (contro il 65% della Commissione Ue e il 70% su cui punta oggi la Commissione Ambiente). Tagli sono previsti anche per i rifiuti da imballaggi. Verrebbero inoltre ridimensionate tutte quelle operazioni di controllo, pulizia e riparazione necessari nella gestione rifiuti e che ne inficerebbero la qualità nella raccolta.
Secondo altri rumors, una posizione così ribassista servirebbe alle diplomazie per far approvare il pacchetto ed evitare troppe trattative.
La stessa industria dell'alluminio ha respinto gli obiettivi di riciclaggio, che risulterebbero - in base a queste indiscrezioni - molto più bassi: dal 75% al 30% entro il 2025 e dal 85% al 50% entro il 2030. L'associazione industriale ha suggerito che, piuttosto che indebolire gli obiettivi su tutta la linea, agli Stati membri che trovano difficoltà nel far decollare gli investimenti per gli impianti di selezione si potrebbe concedere più tempo per raggiungere gli obiettivi della Commissione.