Studio sulla ristorazione veloce, raggiunto l’obiettivo del 90% per il riciclo degli imballaggi in carta
La ricerca a cura di Duccio Bianchi, cofondatore di Ambiente Italia, sulla gestione dei rifiuti nei ristoranti McDonald’s di Milano, mette in luce le potenzialità del riciclo dei materiali cellulosici nei quick service restaurants
Esiste un modello sostenibile di gestione dei rifiuti estendibile a tutta la ristorazione veloce in grado di garantire l’obiettivo di riciclo degli imballaggi grazie a contenitori appositi per la raccolta differenziata, un servizio comunale dei rifiuti differenziati puntuale e ben organizzato (con un numero di prelievi maggiore sulla carta e minore sull’indifferenziato), utilizzo di imballaggi rinnovabili e riciclabili e collaborazione degli operatori della ristorazione e dei consumatori che vanno attentamente informati e coinvolti. È quanto emerge dalla ricerca ”Economia circolare e ristorazione veloce: raccolta e riciclo degli imballaggi cellulosici il caso McDonald’s Italia”, curata da Duccio Bianchi su proposta di Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica e presentata a Roma nel corso di un convegno organizzato insieme a McDonald’s e Seda International Packaging Group.
La differenziata arriva fino al 90%
Nei ristoranti McDonald’s la carta costituisce il 96,4% del totale degli imballaggi immessi al consumo. Si tratta di contenitori in fibra vergine (in Italia non è utilizzabile fibra da riciclo nel contatto con gli alimenti) in maggioranza monomateriale, che rappresentano una risorsa preziosa che può e deve essere valorizzata attraverso il riciclo. “Abbiamo analizzato le performance di raccolta e riciclo dei rifiuti in sala in sei esercizi McDonald’s di Milano: la produzione dei rifiuti settimanale è in media di 485 kg di cui il 64% (310 kg) sono carta e cartone. Di questi materiali cellulosici oltre l’80% viene raccolto in maniera differenziata per essere avviato a riciclo” commenta Duccio Bianchi, autore dello studio. “Le analisi qualitative effettuate su questa frazione specifica, inoltre, evidenziano come la presenza di frazioni estranee e carta con livelli di contaminazione da cibo troppo elevati per il riciclo sia decisamente bassa, poco più del 2%”. Una delle questioni che si pone in relazione alla riciclabilità degli imballaggi primari impiegati nei servizi “quick service restaurant” e per il “take away” è sicuramente la riciclabilità di prodotti a base carta accoppiati con polietilene. Gli imballaggi oggetto dello studio rientrano tutti in classe Aticelca A o B dove la componente carta è superiore all’80% cosa che li rende facilmente riciclabili.
Le dichiarazioni
“Questo studio conferma come la sinergia tra operatori della ristorazione, industria che progetta gli imballaggi secondo criteri di ecodesign, gli operatori della raccolta e i consumatori porti la filiera italiana del riciclo di carta e cartone ad essere un’eccellenza con ulteriori prospettive: sono già stati superati gli obiettivi UE al 2025 (75% tasso di riciclo) e stimiamo nel 2023 di raggiungere l’85% (ovvero il riciclo di circa 4,3 milioni di tonnellate di imballaggi in carta e cartone), in anticipo sul target fissato al 2030” commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco.
"Nel nostro paese sono molto diffuse buone pratiche di riciclo, specialmente di carta e cartone, che raggiungono ottimi livelli e prestazioni” afferma l’On.le Mercedes Bresso. “Nella discussione in Parlamento europeo sul regolamento sugli imballaggi stiamo lavorando per difendere queste esperienze, rifiutando una contrapposizione a priori con il riuso, ma ricercando sempre il miglior risultato ambientale”.