Aion Renewables, truffa da 59 milioni in fotovoltaico, il pm chiede la prima condanna
L'associazione finalizzata alla truffa marchiava come prodotti nell'Unione Europea (in particolare in Polonia) pannelli fotovoltaici fabbricati in realtà in Cina
Arriva una prima richiesta di condanna nel procedimento, davanti al gup di Milano Andrea Ghinetti, per truffa ai danni dello Stato e associazione per delinquere in relazione a contributi del Gestore dei servizi energetici (Gse) erogati alle aziende del gruppo Avelar, di proprietà della società russa Renova, uno dei maggiori produttori mondiali di elettricità di proprietà del magnate russo Viktor Vekselberg.
I pm di Milano Maurizio Ascione e Luca Poniz, scrive l’Ansa, hanno chiesto un anno e 2 mesi di reclusione per Marco Bertoldo (che ha scelto il rito abbreviato), ingegnere della società padovana Helios Technology, che avrebbe partecipato all'associazione finalizzata alla truffa marchiando come prodotti nell'Unione Europea (in particolare in Polonia) pannelli fotovoltaici fabbricati in realtà in Cina.
Un raggiro che avrebbe consentito di percepire un maggior contributo da parte del Gse, ente vittima della presunta truffa, rispetto a quello comunque spettante per l'energia prodotta da fonti rinnovabili. L’ingegnere, da quanto si è saputo, avrebbe confermato davanti al gup, che la società padovana partecipata dalla Kerself (poi Aion Renewables) metteva in atto questa pratica. In fase di udienza preliminare i pm milanesi hanno anche chiesto che 14 società proprietarie dei campi fotovoltaici nei quali si sarebbe consumata parte della truffa, già oggetto di un separato procedimento ai sensi della legge 231 del 2001 (responsabilità amministrativa degli enti), vengano riunite in quello principale, dove sono indagate le persone fisiche. Durante l'udienza si è tenuto anche il lungo interrogatorio di Marco Giorgi, già amministratore di Kerself e imputato insieme al manager russo Igor Akhmerov di Avelar Energy. Giorgi, come ha riferito il suo difensore, l'avvocato Roberto Pisano, ha chiesto di essere interrogato per ribadire, come aveva già fatto tempo fa, la sua completa estraneità alle accuse contestate dalla Procura milanese.