Derivazioni idroelettriche, Pd: "Subito i canoni idrici a tutta la montagna lombarda"
Lo ha chiesto Jacopo Scandella, consigliere regionale del Pd, che ha presentato un'interrogazione in consiglio regionale
“Ogni anno Regione Lombardia incassa più di 60 milioni di euro dai canoni del demanio idrico - le tasse pagate in primis dalle grandi centrali idroelettriche - e di questi il 100% dei canoni prodotti a Sondrio resta in provincia di Sondrio per finanziare politiche per la montagna.
Gli altri territori montani restano a secco da anni e, a parziale compensazione, era stato promesso loro di devolvere i canoni aggiuntivi che le società che sfruttano i corsi d'acqua devono pagare a Regione Lombardia per la prosecuzione temporanea delle concessioni scadute nel 2010 e non ancora rinnovate. Di ricorso in ricorso, da 8 anni queste società guadagnano però senza pagare il canone aggiuntivo che invece è dovuto. E i territori montani continuano a non vedere nessuno degli euro promessi”. Lo ha denunciato Jacopo Scandella, consigliere regionale del Pd, che ha presentato in consiglio regionale un'interrogazione a risposta immediata in cui chiedeva all'assessore competente "quale sia l'ammontare dei canoni aggiuntivi applicati alle prosecuzioni temporanee di grandi derivazioni idroelettriche ad oggi effettivamente riscossi da Regione Lombardia, e quali aziende non hanno ancora versato il canone richiesto e la situazione debitoria di ciascuna, quali azioni intenda mettere in campo per recuperare le risorse dovute e con quali modalità saranno ripartite ai territori".
"I territori montani - ha concluso l’esponente PD - non possono attendere oltre. È necessario rivedere la distribuzione dei canoni ordinari e rimpolpare il Fondo per le Valli prealpine, in attesa di procedere finalmente al rinnovo delle concessioni scadute e alla riscossione del contributo dovuto".