Elezioni senza ambiente. Poche promesse sulle rinnovabili in vista delle urne
Scarsi impegni sono stati presi in questa campagna elettorale sul futuro delle energie pulite. Ma qualche partito ha comunque un programma dettagliato in materia di sostenibilità, e non manca anche chi vuole inserire la tutela ambientale nella riforma della Costituzione
I temi ambientali e in particolare il ricorso alle rinnovabili per il fabbisogno energetico sembrano essere del tutto assenti dal dibattito elettorale: solo qualche battuta dei leader e pochi spunti nei programmi.
Pier Luigi Bersani, candidato premier del centro sinistra, ha parlato in settimana delle fonti rinnovabili intervenendo al programma Rai Radio Anch’io. “Il settore - ha detto - è in difficoltà micidiale, allo sbando. Se tocca a noi riprendiamo il filo e sono sicuro che possiamo rilanciare questo tema favorendo anche la produzione italiana”.
Decisamente più sfumata invece la posizione di Silvio Berlusconi che, a una domanda sul tema, ha risposto: “Da parte nostra c'è sempre stata attenzione all'ambiente. Nel nostro programma completo abbiamo al punto 14 un capitolo che parla dell'ambiente, della green economy e della qualità della vita. Credo che la green economy debba essere sostenuta”.
Non è da meno anche Scelta civica, ovvero Mario Monti che parla di “tutela dell’ambiente come investimento per il futuro e presupposto per vivere meglio il presente. Lavoro e salute non devono più essere alternativi, ma complementari - si legge nella sua agenda. L’industria, i trasporti, gli edifici devono riorientarsi secondo i criteri dell’efficienza, del contenimento delle emissioni nocive, dell’impiego di materiali riciclabili e di tecnologie intelligenti”.
Chi, almeno a parole, sembra decisamente filo-green è il Movimento 5 Stelle che punta nel suo programma anche sull’efficienza energetica attraverso la riduzione di almeno il 10 per cento in 5 anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici”. Ma anche incentivazione della ”cogenerazione diffusa”, con la ”possibilità di vendere energia elettrica anche agli impianti di microcogenerazione sotto i 20 kW”.
Antonio Ingroia, di Rivoluzione Civile, ha fatto sapere di aver firmato l'impegno chiesto da Greenpeace per cambiare la politica energetica del nostro Paese: basta al carbone e al petrolio, largo all'energia pulita. Nove punti individuati per investire sulle energie pulite, limitare l'uso dei combustibili fossili e agevolare l'utilizzo di risorse rinnovabili. È quanto si legge sul sito di Rivoluzione civile.
Ma c’è anche qualche sorpresa. Gianfranco Fini, leader di Fli, ha presentato un’agenda verde auspicando che ”se si farà una discussione positiva sulla riforma della seconda parte della Costituzione”, possa esser ”inserita la tutela ambientale come bene costituzionale”.