Enel punta all’integrazione di Enel Green Power, che traina metà della crescita del gruppo
Il colosso energetico, che dispone del 69% di EGP, punta all’integrazione perché da sola vale il 50% della crescita dell'ebitda di gruppo nei prossimi quattro anni
Enel sta mettendo a punto un piano per integrare Enel Green Power senza passare attraverso lo strumento dell’offerta pubblica di acquisto. Lo rivela El Confidential. I consigli di amministrazione delle due società hanno avviato l'esame di un'ipotesi di integrazione della società delle rinnovabili nella capogruppo, in relazione alla quale avrebbero già provveduto all'individuazione di consulenti legali e finanziari. Tuttavia, tale ipotesi di integrazione non prevede alcuna offerta pubblica di acquisto e/o di scambio avente a oggetto azioni Enel Green Power da parte del colosso energetico italiano.
Delisting a primavera - L'operazione dovrebbe essere approvata a novembre e le assemblee delle due società dovrebbero tenersi a inizio gennaio, per completare il tutto entro marzo 2016 con il delisting, cioè l’uscita del titolo dalle negoziazioni di Borsa. Per i soci di Egp ci sarebbe anche un diritto di recesso, calcolato sulla media dei 6 mesi precedenti alla convocazione dell'assemblea.
Il colosso energetico ha deciso di rompere gli indugi e incorporare la società sulla base del fatto che EGP rappresenta il 50% della crescita dell'ebitda di gruppo per il periodo 2016-2019.
Non sprecare il traino delle rinnovabili - Enel possiede infatti solo il 69,2% di Enel Green Power, il cui potenziale viene così sprecato perché in mano alle minoranze. “Pensiamo che abbia senso per Enel rilevare le minoranze", avevano sostenuto diverse banche d'affari, “l'investimento richiederebbe alla società solo 3 miliardi, ipotizzando un premio del 20%, che potrebbero essere finanziati con il dividendo straordinario che Enel incasserebbe da Endesa”. Infatti, la quota di Enel del dividendo straordinario sarebbe di 2,8 miliardi.
Comunque l'operazione, non attesa, “sarebbe da inquadrare con gli obiettivi della società di crescere nelle rinnovabili”, commentano in una nota gli analisti di Equita. Un acquisto tutto in contante porterebbe a un aumento del debito di Enel di 3,1 miliardi di euro. Alla fine dello scorso giugno il colosso energetico aveva un debito netto pari a 39,8 miliardi di euro, in rialzo del 6,6% rispetto ai 37,3 miliardi di euro di fine 2014. Il piano 2015-2019 vede l'indebitamento netto alla fine di quest'anno a 39,2 miliardi, per poi scendere a 36,3 miliardi a fine piano con un rapporto debito netto/ebitda che passerà da 2,4 del 2014 a 2,1.