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La guerra dei pannelli – Bruxelles concede alla Cina due mesi di dazi ridotti, ma si cerca un accordo

where Bruxelles (Belgio) when Mar, 11/06/2013 who roberto

I dazi antidumping decisi dalla Commissione europea sono solo dell'11,8%, mentre schizzeranno in media al 47,6% solo tra due mesi, a partire dal 7 agosto

L'Unione europea va alla guerra dei dazi con la Cina sui pannelli solari, ma le concede una proroga di due mesi per trovare un accordo, prima di suscitare le possibili rappresaglie cinesi in altri settori, come temono i paesi Ue contrari all'operazione, guidati dalla Germania. I dazi antidumping decisi dalla Commissione europea, entrati in vigore il 6 giugno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea, si limitano all'11,8%, mentre schizzeranno in media al 47,6% solo tra due mesi, a partire dal 7 agosto.
L'idea di Bruxelles è che Pechino e le sue imprese sfruttino - ma da una posizione di inferiorità - quella che il commissario al commercio Karel De Gucht ha definito una “finestra di opportunità” per “trovare un soluzione amichevole”. Questa, per essere accettabile, dovrà tenere conto, ha avvertito il commissario, di “una combinazione di iniziative sui prezzi e sui volumi” commerciali. I dazi provvisori, infatti, colpiranno un centinaio di aziende cinesi in modo diverso (dal 37,2% al 67,9%) a seconda del loro grado di collaborazione nell'indagine antidumping aperta da Bruxelles lo scorso settembre. Secondo i risultati preliminari dell'inchiesta Ue, tra il 2009 e il 2012 una cinquantina di aziende europee hanno chiuso, mentre il materiale fotovoltaico cinese esportato in Europa è stato venduto a un prezzo mediamente inferiore dell'88% al suo normale valore di mercato, permettendo così alle imprese cinesi aiutate dallo Stato di occupare una fetta del mercato Ue pari all'80%.
“È una boccata d'ossigeno a un settore in sofferenza”, ha affermato de Gucht, che nonostante la contrarietà di circa 18 paesi su 27 - ma con a favore Italia, Francia e Spagna - ha deciso di andare avanti: le decisioni Ue “non devono essere ispirate dalla paura ma dalla nostra legislazione, io - ha avvertito il commissario - faccio il mio lavoro, non mi piego sui miei principi”. Se la decisione di De Gucht è stata accolta con sollievo dall'associazione Eu ProSun, all'origine dell'intervento di Bruxelles, per Afase, invece, che ha già iniziato una raccolta firme contro la decisione Ue, porterà alla perdita di ulteriori posti di lavoro. Ma a inquietarsi sono soprattutto gli altri settori, come il vino, dove, ricorda Coldiretti, pende la minaccia di dazi cinesi. In realtà l'Ue ha già in vigore dazi su 54 prodotti di Pechino, mentre quest'ultima ne ha 15. La decisione finale Ue sui dazi sul fotovoltaico dovrà essere presa entro il 5 dicembre, ma allora potrà essere bloccata dalla maggioranza semplice degli stati membri.

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