Le interviste di e-gazette. Cittadini (Falck Renewables - Next Solutions): vogliamo essere protagonisti nello storage
Il manager dell’azienda dice la sua su capacity market, batterie al litio, ma anche di idrogeno e mercato dell’accumulo
Flessibilità nella gestione dei consumi, maggiore sicurezza di approvvigionamento e qualità della fornitura, più efficienza sono i vantaggi derivanti dai sistemi di accumulo il cui mercato è previsto in forte aumento. Degli sviluppi economici e tecnologici di questa soluzione centrale per le rinnovabili si è parlato con Marco Cittadini (nella foto), Global Head di Falck Renewables – Next Solutions.
La transizione energetica richiede più elettrificazione e una maggiore penetrazione di fonti rinnovabili. Il che si traduce in un bisogno crescente di soluzioni per lo storage. Come se lo immagina il futuro mercato dell’accumulo?
In Italia, nei prossimi 10 anni, è previsto un incremento sostanziale della quota di produzione proveniente da impianti alimentati a fonte rinnovabile. Contestualmente, i sistemi di accumulo elettrochimico hanno già goduto di una riduzione dei prezzi dell’85% dal 2010 al 2018 ed è previsto, al 2030, un ulteriore dimezzamento. Secondo le previsioni questo contribuirà, entro il 2040, a incrementare la diffusione dei sistemi di accumulo di energia. I motivi per scegliere un sistema di accumulo sono molteplici: flessibilità nella gestione dei consumi e riduzione dell’impegno di potenza (peak shaving), maggiore sicurezza di approvvigionamento e qualità della fornitura, più efficienza (permette di accumulare l’energia elettrica efficientando i consumi del sito produttivo), incremento della stabilità del sistema elettrico, minor dipendenza dalla rete e dalle sue variazioni di prezzo, possibilità di avere fonti addizionali di ricavo, oltre che risparmi economici nel medio e lungo periodo.
Pensa che il capacity market, o la partecipazione al mercato dei servizi di dispacciamento, possa supportare gli investimenti nello storage?
Sono convinto che la partecipazione ai servizi di dispacciamento, il capacity market e altri servizi che lo storage è in grado di fornire in supporto alla rete siano strumenti che favoriranno la sua implementazione. Il raggiungimento di questo obiettivo passa dalla stabilità della rete, dalle regole di mercato e dalla funzionalità elettrica accompagnata alla penetrazione delle rinnovabili. Lo storage è sicuramente un elemento di flessibilità sulla rete e per questo sarà necessario costruire le opportunità e le condizioni che favoriscano lo sviluppo e gli investimenti in questo settore.
C’è un grande problema che si frappone però al pieno sviluppo delle batterie chimiche: le materie prime. Esistono alternative al litio?
Le batterie agli ioni di litio, in questo momento, sono sicuramente una delle tecnologie più mature per rispondere alle esigenze, sia di storage stazionario sia nel settore automotive. Chiaramente il problema delle materie prime cresce in funzione della forte richiesta di mercato. Oggi è una tecnologia di riferimento, ma non è l’unica soluzione: ce ne sono diverse che stanno crescendo e matureranno, anche in funzione di esigenze e differenze tecnologiche di supporto all’immagazzinamento di energia, su vari parametri quali la potenza o il tempo. Si potrà quindi lavorare su parametri di energia in modo differenziato, applicando tecnologie che, ad oggi, risultano ancora troppo poco mature per risultare efficienti in termini di prestazione o di economia di scala. Lo sviluppo, in questo senso, sta però correndo molto velocemente, per cui mi aspetto che il tempo con cui si arriverà a maturazione sia decisamente più precoce di quanto possiamo immaginare.
Cosa pensa del ricorso all’idrogeno in relazione allo storage. Grande opportunità, o è sopravvalutato?
Oggi c’è grande attenzione al ruolo dell’idrogeno come fonte di accumulo, ma anche come possibile fonte di energia alternativa. È evidente che, come tutte le tecnologie non ancora mature, lo storage tramite idrogeno ha necessità di essere accompagnato con l’evoluzione, la ricerca e lo sviluppo tecnologico. Questo dell’innovazione è un aspetto fondamentale per poter rendere la tecnologia competitiva anche dal punto di vista economico e di remunerazione per gli investitori, pur rimanendo una possibilità degna di attenzione.
Parliamo ora della vostra azienda. A che punto è lo sviluppo dei sistemi di accumulo di Falck Renewables – Next Solutions?
Falck Renewables – Next Solutions sta investendo molto in questa direzione. Inoltre, la divisione è stata recentemente arricchita dall’ingresso di SAET, azienda leader nella progettazione e costruzione di sistemi elettrici di Alta Tensione e nella realizzazione di impianti di Energy Storage. La transizione energetica ha visto SAET come azienda pioniera nella realizzazione di sistemi di accumulo, con oltre 10 anni di esperienza e molteplici tecnologie utilizzate. I clienti che hanno scelto SAET, in Italia e all’estero, hanno potuto contare sulla competenza di un partner che conosce il mercato ed è in grado di offrire le migliori performance nella gestione dell’energia. Questo ci pone di fatto tra i leader europei in questo settore, ma non ci fermiamo qui. Offriamo servizio a 360 gradi, grazie a servizi di consulenza, sistemi digitali proprietari che permettono di simulare e valutare la realizzazione di reti che prevedano anche l’accumulo e la partecipazione ai servizi ancillari messi a disposizione dalla normativa. Infine, per i clienti industriali, prevediamo servizi per i clienti interrompibili, per i quali la presenza di uno storage permetterebbe di aumentare la banda fruibile a Terna.
Falck Renewables – Next Solutions sta mettendo in campo diverse soluzioni tra storage e flessibilità. Quali?
Oggi la tecnologia privilegiata - e quella su cui sta scommettendo SAET - è l’elettrochimica a ioni di litio ad alta densità che, attraverso container, permette di accumulare energia all’interno di batterie con un’ampia flessibilità. Inoltre, queste soluzioni possono essere gestite da software proprietari in grado di interfacciarsi con il mercato dell’energia in tempo reale, regolando acquisto e gestione di energia in base alle fluttuazioni del costo dell’energia, in modo da ottimizzare il flusso dell’energia dal punto di vista economico.
Qual è l’identikit dell’azienda interessata alle vostre soluzioni di sistemi di accumulo e che cosa deve fare?
Le aziende che si rivolgono a SAET sono principalmente Produttori di Energia Indipendenti (IPP) che spesso, oltre alla produzione, prevedono nel loro piano industriale anche lo stoccaggio di energia. Si rivolgono a noi anche società di ingegneria che si occupano di consulenza agli IPP e industrie energivore, che magari hanno implementato una propria produzione fotovoltaica e vogliano accostarci un impianto di accumulo energia. Siamo anche in grado di realizzare sistemi per i Distribution System Operator (DSO) e Transmission System Operator (TSO) che realizzano studi/strategie sulle funzionalità dei sistemi per bandire gare future. In rari casi si rivolgono a noi anche le centrali di produzione tradizionale esistenti. Per quanto riguarda il “che cosa deve fare”, in Italia i processi autorizzativi sono differenti. Tendenzialmente va prevista la presentazione di studi presso gli enti locali (a livello catastale, ambientale, vigili del fuoco), va preparato un progetto preliminare – meglio se supportati da professionisti – con tutti gli studi e report richiesti, e infine una relazione elettrico-descrittiva. Quest’ultima arriva a SAET con la richiesta del cliente per il dimensionamento dell’impianto e viene dunque predisposta la quotazione vera e propria del sistema di accumulo. Se l’impianto è anche connesso alla rete, bisognerà chiedere autorizzazione di collegamento anche a Enel o Terna (a seconda dei casi se interconnessione in media tensione o alta tensione).
Di recente avete lanciato a Intersolar un nuovo prodotto. Di che si tratta?
SAET ha presentato Energy Storage Next Generation: un sistema molto flessibile di storage che recepisce molte delle esigenze raccolte dal mercato in termini di flessibilità installativa, in termini di spazio e in termini di performance e servizi alla rete. Nasce con l’idea di essere uno strumento che possa partire da una versione pre-ingegnerizzata, plug&play e quindi modulare, adatta a gestire fino a 1,44 MWh a blocco. Può arrivare sulla stessa footprint a contenere più di 5 MWh di batterie. Questo ci permette di avere un sistema flessibile e competitivo, industrializzando un prodotto che promette di essere molto competitivo su un mercato che oggi ha grande attenzione e che probabilmente crescerà significativamente nei prossimi mesi e anni.