Rinnovabili

Il comparto delle rinnovabili soffre sempre di più a causa del ritardo nell’approvazione del decreto sulle FER non fotovoltaiche

di Alessandro Marangoni*

L’incertezza dei mercati finanziari ha caratterizzato il mese di maggio. Le notizie sull’andamento dell’economia statunitense hanno evidenziato un rallentamento della crescita di nuovi occupati (da 208 mila a 160 mila unità) e contestualmente un incremento dei salari (+2,5% il tasso annuo). In Europa, i dati sull’inflazione nel mese di aprile (-0,2%) confermano che l’Eurozona è nuovamente in deflazione, nonostante gli sforzi della BCE di riportare il dato a livelli adeguati. Di contro, l’accordo raggiunto sul debito greco ha evitato ulteriori sofferenze del mercato mobiliare del vecchio continente. I principali indici delle Borse europee, dunque, hanno registrato andamenti contrastati, con DAX e CAC che hanno chiuso maggio con un +2%, mentre l’IBEX è rimasto invariato.

Di segno opposto l’indice FTSE All Share, che a maggio registra un calo del 2%. Nonostante le previsioni di crescita dell’ISTAT (PIL +1,1% nel 2016, più contenute rispetto a quelle governative), la ripresa della nostra economia resta fragile, complice anche le difficoltà del comparto industriale (produzione mensile invariata a marzo, dato ISTAT). In aggiunta, Piazza Affari ha risentito delle perdite del settore bancario, spinto al ribasso dai rischi legati ai crediti in sofferenza.

Negative anche le prestazioni del listino energetico (FTSE Oil & Gas) che a fine mese ha perso il 2%, nonostante una risalita del prezzo del greggio che in maggio ha sfondato la soglia psicologica dei 50 dollari al barile. La domanda nel primo trimestre ha superato le attese, crescendo di 1,4 milioni di barili al giorno rispetto allo scorso anno, mentre il surplus inizia a contrarsi, nonostante la produzione iraniana abbia raggiunto i livelli pre-sanzioni. Resta l’incognita dell’Arabia Saudita che, qualora decidesse di aumentare la produzione, potrebbe interrompere la risalita delle quotazioni.

In difficoltà l’indice IREX che perde il 9% nel mese di marzo. Oltre a scontare il generico andamento negativo del mercato finanziario italiano, il comparto delle rinnovabili soffre sempre di più il ritardo nell’approvazione del decreto sulle FER non fotovoltaiche. Il settore in Italia resta dunque al palo, come mostrano i dati sull’installato nel primo trimestre 2016: eolico circa 13 MW (-79% rispetto allo stesso periodo 2015), idroelettrico in calo del 44%, mentre cresce il fotovoltaico grazie a 85 MW installati, anche se in modo più contenuto rispetto agli anni passati (fonte: Anie Rinnovabili).

Tra le società del listino, Innovatec ha segnato la performance peggiore (-29%) mentre EEMS è stata la più performante (grazie al miglioramento dei conti societari), registrando una cre-scita del 28%.Con il mercato nazionale fermo, le small-mid cap pure renewables crescono all’estero, come Falck Renewables, che a maggio ha messo in esercizio due parchi eolici nel Regno unito: Spaldington Airfield in Inghilterra (11,75 MW) e Kingsburn (22,5 MW) in Scozia. Ternienergia, invece, ha puntato sull’Egitto, dove si è aggiudicata una commessa del valore di circa 19,2 milioni di dollari relativa alla realizzazione di un impianto fotovoltaico da 47 MW.  In Italia, invece, prosegue la razionalizzazione degli asset e la crescita tramite partnership societarie. ErgyCapital ha infatti finalizzato la cessione della partecipazione (51%) nella Società Agricola San Vito Biogas, proprietaria di un impianto a biogas da 1 MW a Pordenone, per un controvalore di 1,5 milioni di euro. K.R. Energy, invece, è entrata nel settore della vendita di energia elettrica e gas, siglando un accordo con Tradeinv Gas & Energy che prevede l’ingresso di quest’ultima nel capitale sociale della controllata Krelgas S.r.l.

*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex