Irex, Spalmaincentivi e sbilanciamenti bruciano il 25% in borsa
L’indice prosegue la caduta degli ultimi mesi, registrando ad ottobre un -25%. Le difficoltà sui mercati finanziari delle pure renewable italiane sono dovute in larga parte ai recenti interventi normativi
di Alessandro Marangoni*
I principali indici dei mercati finanziari europei sono stati caratterizzati da un andamento negativo nel mese di ottobre. I listini hanno sofferto da un lato i dati macroeconomici negativi degli USA (prezzi della produzione in calo dello 0,1% e vendite al dettaglio in diminuzione dello 0,3%), dall’altro il clima d’incertezza dovuto alla resistenza della Germania all’introduzione di misure di Quantitative easing, auspicate dai mercati finanziari. Il governo tedesco ha inoltre rivisto al ribasso le stime di crescita per il biennio 2014-2015 (crescita prevista rispettivamente del 1,2% e del 1,3%). DAX, CAC e IBEX hanno dunque segnato rispettivamente -2%, -4% e -3% nel mese.
Negativa anche la performance dell’indice FTSE All Share ad ottobre (-5%), in linea con il resto degli indici europei. La produzione industriale, calata del 2,3% su base annua (fonte ISTAT) unita ai dati sull’export di agosto (-2,7%) delineano un settore industriale ancora in sofferenza. Ad inizio novembre l’ISTAT ha inoltre rivisto le stime di crescita del PIL, previsto in contrazione dello 0,3% nel 2014 ed in lieve crescita (0,5%) nel 2015. Il comparto energetico è stato particolarmente penalizzato sui mercati finanziari, con l’indice FTSE Oil and Gas che ha registrato un calo dell’11% nel mese. Il listino energetico continua a scontare il brusco calo del prezzo del petrolio (Brent a 85,96 $/b e WTI a 80,71), favorito anche dalla crescita delle scorte USA, salite di 7,1 milioni di barili (più del doppio del rialzo atteso), in un mercato caratterizzato da offerta abbondante e domanda in contrazione. In Italia inoltre il recente intervento sulle tariffe del gas ha penalizzato molti titoli utility.
In una congiuntura economica ancora caratterizzata dal segno meno, l’indice IREX prosegue la caduta degli ultimi mesi, registrando ad ottobre un -25%. Le difficoltà sui mercati finanziari delle pure renewable italiane sono dovute in larga parte ai recenti interventi normativi. Dopo l’introduzione dello “spalma incentivi”, con l’approvazione del MiSE dei primi tre provvedimenti di attuazione, è arrivata la Delibera dell’AEEGSI in merito agli oneri di sbilanciamento, con il rischio di ulteriori penalizzazioni per le rinnovabili.
Tra le società dell’indice, soffre in particolare Ergy Capital, che registra una perdita di 1,6 milioni di euro nel primo semestre del 2014, con un debito finanziario netto a quota 74 milioni. In difficoltà anche Alerion Clean Power, che chiude i primi nove mesi dell’anno con una perdita di 8,5 milioni e ricavi in calo del 15% rispetto al 2013. Tra le società del listino si distingue Enertronica, che si è aggiudicata una commessa in Eritrea del valore di 1 milione di euro per la realizzazione di un impianto fotovoltaico con accumulo a batterie. La società realizzerà inoltre, in qualità di EPC contractor, due parchi fotovoltaici in Sud Africa per una potenza complessiva di 165 MW. Diversa la strategia di PLT Energia, che ha acquisito dal gruppo spagnolo Ecoener le autorizzazioni (e la tariffa incentivante di 109,83 €/MWh) per la realizzazione di un impianto eolico da 10 MW in provincia di Catanzaro.
Le difficoltà sui mercati finanziari non paiono dunque frenare le strategie di crescita delle pure renewable italiane. È però necessario che l’integrazione delle energie rinnovabili nel nostro sistema elettrico, avvenga in modo equilibrato e progressivo senza penalizzare lo sviluppo e gli investimenti.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex