Rapporto. Rallentano le installazioni eoliche in Europa nel 2020
Il report di Wind Europe evidenzia una riduzione di oltre 600 MW di capacità prevista. In Italia al 2025 sono previsti 3.400 MW eolici in più
Allarme rosso per l’eolico in Europa. Nel 2020 sono state installate turbine per 14.731 MW, in calo rispetto ai 15.369 MW dell’anno precedente e pari a poco più della metà dei 27 GW all’anno necessari a raggiungere l’obiettivo Ue di riduzione delle emissioni del 55% al 2030. A segnalarlo è il rapporto annuale di WindEurope. All’origine di questo rallentamento (-19% di installato di quanto inizialmente previsto) c’è sempre la burocrazia, che limita nuove installazioni, ma anche interventi di repowering e revamping. “Le norme e le procedure - ha detto il ceo di WindEurope, Giles Dickson - sono troppo complesse e le autorità non hanno abbastanza personale per lavorare le pratiche, con il risultato che le autorizzazioni richiedono tempi lunghissimi e sono spesso oggetto di ricorsi”.
Capacità per Paese
In testa alla classifica della nuova capacità eolica installata l’anno scorso c’è l’Olanda, con 1.979 MW (di cui 1.493 MW offshore), mentre la Germania si è fermata a 1.650 MW, il livello più basso da 10 anni. In Germania, come in altri Paesi (Italia in primis) le aste hanno assegnato meno della capacità offerta, proprio in ragione degli ostacoli autorizzativi. Rispetto agli anni precedenti è andata meglio, invece, in Spagna (1.400 MW), Francia (1.318 MW) e Polonia (731 MW), mentre l’Italia è ormai da tempo fuori dalla classifica dei maggiori Paesi eolici, con un installato 2020 di 137 MW (anche se per la Penisola il dato è riferito al 31 ottobre). Nel cumulato, con 10.852 MW, il nostro Paese mantiene comunque la quinta posizione dopo Germania (62.627 MW), Spagna (27.264 MW), Regno Unito (24.167 MW) e Francia (17.949 MW).
Eolico in Europa
Sul fronte della quota della domanda elettrica coperta dall’eolico (totale Europa 16%), a livello nazionale svetta con il 48% la Danimarca, davanti a Irlanda (38%), UK e Germania a pari merito (27%), Portogallo (25%), Spagna (22%) e Svezia (20%). L’Italia non va oltre il 7% (stessa quota del 2019). Altri dati sul 2020 forniti dal rapporto di WindEurope riguardano le aste (assegnati nel complesso in 7 Paesi 8 GW di cui 7,4 GW onshore) e la potenza media delle turbine ordinate, che ha raggiunto i 4,2 MW per i parchi in terraferma e i 10,4 MW per quelli offshore.
Scenario futuro
Guardando al prossimo futuro, l’associazione disegna due scenari al 2025, uno “realistico” e uno con “basse aspettative” in cui si suppone che la crisi sanitaria si faccia ancora sentire pesantemente e i Governi non risolvano il problema degli iter autorizzativi e non attuino strategie efficaci per il repowering. Per l’Italia vengono stimati nei prossimi quattro anni 3.400 MW di nuovi progetti, di cui 300 MW offshore, che porterebbero l’installato complessivo a 14 GW.