Riassunto per chi era in vacanza - Approvato il Dl Competitività, ecco le novità
Il decreto ora convertito in legge contiene le norme del pacchetto taglia-bollette, compreso lo spalma-incentivi e la norma che impone di pagare parte degli oneri di sistema sull'elettricità autoconsumata
Il Senato l’8 agosto scorso ha approvato in via definitiva - con 155 voti favorevoli, 27 contrari e nessun astenuto - il provvedimento di conversione del decreto-legge Competitività (91/2014), sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia. Il decreto ora convertito in legge contiene le norme del pacchetto taglia-bollette, compreso lo spalma-incentivi e la norma che impone di pagare parte degli oneri di sistema sull'elettricità autoconsumata.
Le novità positive riguardano fotovoltaico e rinnovabili in autoconsumo, come l'estensione a 500 kW del limite di potenza per accedere allo scambio sul posto. E l'esenzione dal pagamento degli oneri di sistema per l'energia prodotta da impianti sotto ai 20 kW di potenza.
Altra correzione in tema di autoconsumo è quella apportata dal Senato sulla norma che impone di pagare parte degli oneri di sistema anche sull'energia autoconsumata: si pongono dei limiti agli aumenti futuri della quota da pagare, aumenti che erano tra gli aspetti più criticati della misura dato che, nella formulazione del decreto, creavano grande incertezza per i progetti ancora da realizzare, con il rischio di frenare la diffusione del fotovoltaico non incentivato.
In sostanza, la modifica approvata stabilisce che le eventuali rimodulazioni della quota di oneri da pagare, che saranno effettuate a cadenza biennale, varranno solo per gli impianti non ancora in esercizio al momento in cui gli aumenti verranno deliberati. Inoltre, la quota da pagare non potrà salire di più di 2,5 punti percentuali per ogni aggiornamento biennale.
Sempre al Senato è stato ridisegnato lo spalma-incentivi per gli impianti fotovoltaici sopra ai 200 kW, una riscrittura che però non sembra sanare gli aspetti più critici di questa norma controversa. La norma, così come modificata, prevede due opzioni di rimodulazione degli incentivi (su 24 o su 20 anni), oppure un taglio la cui entità dipende dalla potenza dell'impianto e mette in campo un meccanismo di risoluzione anticipata delle erogazioni mediato da un soggetto finanziario terzo. Tra le modifiche apportate alla Camera su questo punto un ritocco all'opzione dei tagli per scaglioni di potenza: passa dal 5 al 6% la riduzione per le taglie da 200 a 500 kW e scende dal 9 all'8% il taglio per gli impianti sopra ai 900 kW.
È stato invece stralciato l’emendamento introdotto dalle Commissioni VII e X della Camera su fotovoltaico e catasto che tentava di correggere la normativa fiscale attuale, disponendo che un impianto FV al servizio di un edificio comporti la rivalutazione della rendita catastale dell'immobile solo qualora superi i 7 kW di potenza e il 40% del valore della rendita stessa.