La scure del Decreto Sostegni-Ter sull’energia rinnovabile cooperativa, ènostra scrive al premier Draghi
Nella missiva, la presidente della coop energetica Sara Capuzzo chiede rassicurazioni sul meccanismo di compensazione a due vie previsto nel provvedimento
Sara Capuzzo, presidente della cooperativa energetica ènostra, ha inviato al Presidente Mario Draghi una lettera sugli effetti drammatici che il DL Sostegni ter potrebbe avere su iniziative di politica energetica dal basso, che oggi permettono ai cittadini di risparmiare sulla bolletta (quasi 190 euro in sei mesi) e costruire un modello di transizione energetica sostenibile, etica e cooperativa.
A seguire il testo delle lettera inviata al presidente Draghi.
Egregio Presidente Draghi, le racconto questa storia per metterla al corrente del fatto che esistono formule in grado di contrastare efficacemente il caro energia, senza la necessità di discutibili interventi del tipo “spalma incentivi” o taglio extra profitti che si ripercuoterebbero sulla crescita delle rinnovabili e sul processo di decarbonizzazione che l’Italia si è impegnata a perseguire. Grazie a un’iniziativa innovativa, ènostra, una cooperativa di neanche diecimila soci è riuscita a determinare un risparmio consistente sulla bolletta elettrica delle famiglie coinvolte. Ma l’azione intrapresa dal Governo con il Decreto Sostegni ter, a dispetto dell’obiettivo di solidarietà verso il consumatore finale da cui scaturisce, potrebbe costringere queste stesse famiglie a pagare nuovamente le bollette astronomiche che avevano evitato. Iniziamo dal principio. ènostra, cooperativa energetica nata nel 2014 da un progetto Horizon2020, opera a favore della transizione energetica dal basso, in particolare producendo e vendendo ai propri soci elettricità non solo 100% rinnovabile, ma anche sostenibile ed etica. Poi riprenderò il significato che noi attribuiamo a questi ulteriori due aggettivi. ènostra sviluppa impianti collettivi, realizzati con il capitale versato dai soci sovventori della cooperativa. Mi spiego meglio: parliamo di famiglie che scelgono di investire una piccola somma in un “Fondo di produzione” per acquistare virtualmente la quota di potenza rinnovabile sufficiente a coprire il fabbisogno annuo di energia elettrica. In questo modo anche chi non può realizzare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa propria può comunque contribuire attivamente alla transizione energetica investendo direttamente in impianti rinnovabili e ricavandone gli appropriati benefici. In base al meccanismo messo a punto da ènostra, i soci sovventori hanno potuto accedere a una tariffa dedicata a prezzo fisso, che abbiamo chiamato “tariffa prosumer” e che, per contratto, risulta aggiornabile ogni 12 mesi sulla base dell’effettivo costo di produzione degli impianti della cooperativa e di altre voci a copertura dei costi gestionali. Al momento la cooperativa conta su dodici impianti fotovoltaici e una turbina eolica a cui stiamo aggiungendo nuovi impianti che verranno realizzati con il Fondo di produzione. La “tariffa prosumer” per il 2021 è stata fissata a 61,4 €/MWh. Un valore che pur essendo in linea con i prezzi di mercato di allora, era basato su meccanismi sganciati da tale prezzo. Nel frattempo, mentre il costo dell’energia è cresciuto giorno dopo giorno, in modo vertiginoso e inaspettato, i soci sovventori, che hanno optato per la tariffa prosumer, hanno potuto beneficiare di un risparmio considerevole. Per tradurla in numeri, prendendo in considerazione il secondo semestre 2021, sulla base di un consumo medio di 2.100 kWh su scala annua, le famiglie coinvolte hanno risparmiato circa 190 € rispetto alla tariffa variabile indicizzata al Prezzo Unico Nazionale, laddove lo sconto sugli oneri di sistema introdotto dal Governo ha determinato, nello stesso semestre, un risparmio di soli 34 euro. Benefici simili a quelli ottenuti da chi ha un impianto fotovoltaico domestico (che giustamente non è chiamato ad alcuna restituzione). Sulla base della formulazione del DL Sostegni ter, interpretiamo che il meccanismo di compensazione a due vie – che prevede la restituzione nel 2022 dei ricavi eccedenti la media di quanto ricavato al 2020 - non verrà applicato agli impianti in market parity entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2020, i cui costi di sviluppo e realizzazione già recepiscono l’impennata dei prezzi dell’energia e in generale del mercato delle materie prime e delle componenti industriali. Se così non fosse, verrebbero danneggiati gli investitori (tra cui i nostri soci) e si darebbe il colpo di grazia a iniziative come la nostra, che promuovono le rinnovabili e garantiscono un risparmio sulla bolletta delle famiglie. È qui che diviene chiara la qualifica di energia “etica” e “sostenibile” citata all’inizio della lettera. In una cooperativa si opera non per finalità lucrativa, ma per determinare benefici (economici, sociali, ambientali) per i propri membri: lo scopo di ènostra, come quello di qualche migliaio di cooperative energetiche europee e delle nasciture comunità energetiche rinnovabili, che rappresentano il futuro della produzione diffusa di energia rinnovabile, è realizzare un modello energetico sostenibile, democratico, partecipato, cooperativo, resiliente e basato sull’utilizzo esclusivo di energia da fonti rinnovabili, privilegiando gli impianti a basso impatto ambientale che incontrano il favore dei territori. Dunque, se si adottasse un’interpretazione estensiva del DL Sostegni ter, questa esperienza pilota di successo, che doveva essere il preludio di una strategia di sviluppo di nuova potenza rinnovabile da estendere progressivamente a tutti i soci, e replicabile da altri soggetti del mercato, sarebbe già al capolinea. Converrà che sarebbe un epilogo davvero triste. Difficile dire ai soci, che con noi hanno creduto nel progetto, che non possiamo mantenere i nostri impegni, perché un’azione del Governo volta, nella teoria, a togliere guadagni a chi si è arricchito maturando extra profitti per dare sostegno alle famiglie e alle aziende duramente colpite dai rincari, nella pratica sortisce esattamente l’effetto contrario, restituendo loro la bolletta astronomica che avevano evitato diventando prosumer. Chiediamo di avere rassicurazioni sul fatto che non venga applicata la tariffa a doppia via, di cui all’Articolo 16 del DL Sostegni ter, per gli impianti in market parity entrati in esercizio dopo il 30 dicembre 2020. Qualora così non fosse chiediamo che i consumatori che si associano in cooperativa ai fini della vendita di energia elettrica per il successivo riacquisto, siano comunque esonerati dalla applicazione di tali disposizioni, in attuazione delle disposizioni vincolanti dell’Articolo 15 della direttiva Mercato Elettrico (944/2019) che tutela dall’applicazione di “procedure e oneri discriminatori o sproporzionati” verso i cosiddetti “clienti attivi”.