Spalma-incentivi, sì del Senato: ritoccati gli scaglioni, aste per la cessione, cambia l’autoconsumo
Le commissioni Industria e Ambiente del Senato hanno “riscritto” l’art.26 del decreto legge 91 con un taglio diverso sui tre scaglioni: 5% per gli impianti da 200 a 500 chilowatt, 7% da 500 a 900 chilowatt e 9% per gli impianti di potenza nominale superiore. L’autoconsumo è stato reso meno incerto: aumenti non oltre il 2,5% ogni due anni
Via libera delle commissioni Industria e Ambiente del Senato alla modifica dell’art. 26 del decreto legge 91, il cosiddetto “Spalma-incentivi”, dopo l’avvenuta iscrizione omnibus dell'emendamento da parte dei relatori, Massimo Mucchetti (Pd) e Giuseppe Marinello (Ncd), al Dl competitività.
Il meccanismo, che ha l'obiettivo di tagliare il costo delle bollette energetiche, prevede diverse opzioni.
La prima resta quella già formulata dal Governo di un allungamento della fruizione degli incentivi su 24 anni; la seconda prevede una stretta sugli incentivi compensata poi da un recupero nell'arco di 20 anni e deve garantire 600 milioni di risparmio nel periodo 2015-2019; la terza (che scatta in assenza di scelta da parte degli operatori) prevede un taglio diverso su tre scaglioni: 5% per gli impianti da 200 a 500 chilowatt, 7% da 500 a 900 chilowatt e 9% per gli impianti di potenza nominale superiore.
Il taglio è stato ritoccato al ribasso: i relatori avevano proposto 6%, 8% e 10 per cento; viene inserita anche una quarta opzione, quella della risoluzione anticipata finanziata per i soggetti beneficiari di incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che così potranno cedere una quota fino all’80% a un operatore finanziario terzo e alla quale si accede tramite aste.
Dal documento si apprende che l'applicazione della cosiddetta quarta opzione e della norma anti-contenzioso saranno comunque subordinate alla verifica da parte di Eurostat dell'impatto sui conti pubblici ai fini del debito.
Inoltre il Governo potrà fare degli “accordi con il sistema bancario per semplificare il recesso totale o parziale dei beneficiari dai contratti di finanziamento”.
Autoconsumo - Anche la norma sull'autoconsumo è stata corretta eliminando quell'incertezza che era l'aspetto più pericoloso per il settore. È stata infatti cancellata la possibilità di aumenti indefiniti per i nuovi SEU: gli aumenti della quota di oneri da pagare sull'energia autoconsumata non potranno essere superiori ai 2,5 punti percentuali ogni due anni e, soprattutto, varranno solo per gli impianti che entrano in funzione dall'anno successivo a quello in cui l'aumento viene deliberato.
No a via postuma per impianti biogas - Stop anche alla cosiddetta Valutazione d'impatto ambientale (Via) postuma per sanare impianti a biogas non regolari. Lo si apprende da un altro emendamento delle Commissioni Industria e Ambiente del Senato del Dl Competitività la cui prima firma è di Massimo Caleo (Pd).
Il decreto, in scadenza il 24 agosto, passa ora alla Camera per il via libera definitivo.