Il biotech in Italia conta 489 imprese, orientate su ambiente e applicazioni industriali
Gli addetti sono oltre 9mila per 9,4 miliardi di fatturato, il 25% del quale viene reinvestito in R&D
Sono quasi 500 le imprese biotech in Italia, e quelle nel settore “white biotech” sono destinate a crescere nei prossimi anni. Questo dice Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec, nella presentazione del Rapporto 2016 “Le imprese di biotecnologie in Italia - Facts & Figures”, realizzato in collaborazione con l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).
Il settore “white biotech” si occupa di produzione di energia pulita e bonifica ambientale, di riqualificazione dei processi industriali e conservazione del patrimonio artistico. “Nel breve e medio periodo, la crescita del biotech italiano sarà trainata ancora dalle biotecnologie applicate alla salute. Non solo vaccini, farmaci innovativi come anticorpi monoclonali e proteine ricombinanti, o terapie cellulari, geniche e rigenerative: crescerà molto anche il settore della diagnostica”, spiega Palmisano. “Nel lungo periodo, però, l'Italia potrà giocare un ruolo di primo piano anche nel settore del white biotech: ad oggi ci sono già buone basi di partenza, che fanno pensare ad un grande potenziale di sviluppo per il futuro”.
Nella grande maggioranza dei casi il biotech italiano è costituito da imprese micro o di piccola dimensione, che rappresentano l'elemento trainante dell'intero settore. Il fatturato supera i 9,4 miliardi di euro e le previsioni indicano un +12,8% al 2017 e un +18,1% al 2019, a conferma del rilevante contributo che l'introduzione di nuove tecnologie e prodotti porterà allo sviluppo dell'industria biotech nei prossimi anni.
Gli addetti superano le 9.200 unità, gli investimenti in R&S gli 1,8 miliardi con un'incidenza del 25% sul fatturato delle imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano e punte che possono raggiungere anche il 40% del giro d'affari.
Nel corso del 2014, oltre la metà (56%) delle imprese si è autofinanziata, più di un quarto (26%) ha avuto accesso a contributi in conto capitale, pubblici o privati (grants), il 16% ha fatto ricorso al capitale di debito, mentre soltanto il 4% ha potuto accedere a finanziamenti di Venture Capital.
Il Rapporto evidenzia inoltre che il biotech nazionale è un settore ad alta intensità di ricerca: rispetto all'industria manifatturiera, infatti, la quota di addetti in R&S è cinque volte maggiore (13 volte se consideriamo le imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano). Non solo: guardando la quota della spesa in R&S sul fatturato si registra come questa sia di 2,3 volte maggiore nel biotech (14 volte se consideriamo le imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano).
La Lombardia è la prima regione in Italia per numero di imprese (141), investimenti in R&S (29,43% del totale) e fatturato biotech (51,11% del totale).