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Chiudete le finestre! Così l’aria inquinata entra pure in casa

where Roma when Mer, 23/10/2024 who roberto

Dal nuovo studio Enea-Cnr emerge che l’inquinamento indoor nelle città ha lo stesso impatto sulla salute di quello esterno, con possibili ripercussioni in termini di malattie polmonari, cardiache e tumorali

In media la popolazione dei centriinquinamento-indoor-creditienea.jpg urbani trascorre fino al 97% del tempo in ambienti chiusi. Le principali fonti di inquinamento dell’aria indoor nelle nostre città includono l’infiltrazione di aria dall’esterno (traffico veicolare e riscaldamento) e le sorgenti interne (fumo di tabacco, prodotti per la pulizia, cottura di cibi). Così, da un nuovo studio Enea-Cnr è emerso che l’inquinamento nelle case di città ha lo stesso impatto sulla salute di quello esterno, con possibili ripercussioni in termini di malattie polmonari, cardiache e tumorali. La ricerca, finanziata dall’Inail, è stata condotta in collaborazione con le università Sapienza di Roma e Milano-Bicocca e pubblicata sulla rivista Environmental Pollution.
 
I particolati si sommano a tabacco e prodotti di pulizia
Dalla ricerca emerge che se il particolato fine (pm2.5) e ultrafine (pm0.1), generato dal traffico veicolare urbano si infiltra in un ambiente interno, dove si somma alle altre fonti inquinanti già presenti, può attivare la risposta del tessuto bronchiale umano attraverso specifici geni legati all’infiammazione e a un particolare meccanismo biochimico che permette al nostro organismo, come azione protettiva, di riconoscere, trasformare ed eliminare le sostanze estranee.
 
Adeguare le normative
Lo studio ha rivelato che «le caratteristiche chimico-fisiche dell’aerosol atmosferico dell’ambiente esterno, influenzato soprattutto dal traffico veicolare urbano e delle variabili meteorologiche come bassa pressione, piogge e vento, sono significativamente alterate infiltrandosi in ambiente indoor, aumentando così il potenziale tossicologico del particolato», spiegano Massimo Santoro (Enea) e Francesca Costabile (Cnr-Isac), primi autori del lavoro. Aggiunge Massimo Santoro della divisione Enea di Biotecnologie: «Questi risultati rappresentano una base importante per fornire un solido supporto scientifico alle politiche di adeguamento delle normative sulla qualità dell’aria in ambiente indoor, che comprende anche altri contesti come uffici, abitazioni e luoghi di sport e svago, evidenziando il ruolo critico delle particelle fini e ultrafini come vettori di molecole tossiche per la salute umana».

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