Eni e Saipem firmano accordo per sviluppare nuove bioraffinerie
Si punta ad espandere la capacità di bioraffinazione dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate/anno a oltre 5 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030
Produrranno biojet, carburante sostenibile per l’aviazione, e biocarburante Hvo diesel, prodotti al 100% da materie prime rinnovabili per la mobilità stradale, navale e ferroviaria. È l’obiettivo congiunto di Eni e Saipem che hanno firmato un accordo per lo sviluppo di impianti di bioraffinazione. L’intesa, sottoscritta dal direttore generale energy evolution di Eni, Giuseppe Ricci, e dall’amministratore delegato di Saipem, Alessandro Puliti, sostiene il percorso di trasformazione delle raffinerie tradizionali e lo sviluppo di nuove bioraffinerie attraverso le quali Eni punta ad espandere la propria capacità di bioraffinazione dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate l’anno a oltre 5 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030.
Tecnologia e storia
L’accordo prevede l’applicazione della tecnologia proprietaria Eni Ecofining sia per lo sviluppo di nuove bioraffinerie, sia per la conversione delle raffinerie tradizionali e coniuga la grande esperienza tecnologica e operativa di Eni con le competenze distintive che Saipem ha maturato nella progettazione e costruzione di questo tipo di impianti. Eni è stata la prima compagnia al mondo a convertire, a Venezia Porto Marghera e a Gela, due raffinerie tradizionali in bioraffinerie per la lavorazione di materie prime di scarto, come oli esausti da cucina, grassi animali, residui dell’industria agroalimentare e oli vegetali, utilizzando la tecnologia Ecofining™, con il supporto di Saipem su entrambi i progetti.