Eureka! Grazie a una bioplastica si eliminerà l’inquinamento di petrolio in mare
La nuova tecnologia Minerv Biorecovery di Bio-On apre scenari senza precedenti per le bonifiche ambientali e nel biorisanamento di inquinamento da idrocarburi (oil-bioremediation)
Arriva da Bio-on, che opera nel settore della bioplastica, una nuova tecnologia chiamata Minerv Biorecovery che permetterà in circa tre settimane di eliminare in modo naturale l’inquinamento da idrocarburi in ambiente marino. Il progetto è stato presentato tra le iniziative di #All4TheGreen nell’ambito di G7 Ambiente.
"Da oggi offriamo al mondo e al mercato la tecnologia per intervenire in modo efficace, naturale ed ecologico in caso di disastri ambientali come lo sversamento di petrolio in mare" spiega Marco Astorri, Presidente e CEO di Bio-on che annuncia il successo delle ricerche realizzate in collaborazione con l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) del CNR di Messina. "Abbiamo scoperto – spiega Astorri – che le particelle che formano la nostra bioplastica PHAs sono l’ambiente ideale per ospitare speciali microrganismi che eliminano il petrolio dal mare".
Come funziona - Minerv Biorecovery è una soluzione tecnologica che si basa su micro polveri, della dimensione di pochi micron e di una forma particolare, realizzate con la bioplastica PHAs di Bio-on, naturale e biodegradabile al 100%. Le particelle di queste micro polveri, gettate nel mare inquinato, formano una struttura porosa adatta ad ospitare una serie di batteri, presenti naturalmente in ambiente marino, che si nutrono della bioplastica, si moltiplicano e si rafforzano fino ad attaccare il petrolio. I processi biodegradativi si attivano in circa 5 giorni e la frazione degradabile degli idrocarburi (ad esempio il petrolio) viene eliminata in circa 20 giorni.
"È la natura che cura se stessa – spiega Astorri – perché la nostra bioplastica, di origine vegetale, serve a proteggere e a nutrire questi batteri accelerando la loro naturale azione". Le micro-polveri alla base di Minerv Biorecovery sono biodegradabili al 100% e non rilasciano quindi alcun residuo in mare a differenza di molte soluzioni applicate oggi in questi casi. Il processo di biodegradazione della polvere di PHAs è sufficientemente lento (1-2 mesi a seconda delle condizioni) da permettere l’azione bio-rimediante dei microrganismi che, dopo aver eliminato gli inquinanti, tornano ai normali livelli dell’ambiente marino.
La sperimentazione di Minerv Biorecovery è attiva da diversi mesi all’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del CNR di Messina che ha testato, misurato e validato la tecnologia. Grazie a questi studi Bio-on è in grado di definire un'applicazione totalmente nuova, nel campo della oil-bioremediation, un'articolata attività che ha lo scopo di “rimediare” all’impatto negativo sull’ambiente di sversamenti di molecole e prodotti inquinanti, come gli idrocarburi, grazie all’azione metabolica degradante, e biodegradante, di microrganismi. Un’attività svolta da aziende specializzate in bonifiche ambientali, Capitanerie di Porto, Marina Militare, società di navigazione, ecc.
"Il principio della oil-bioremediation – spiega Simone Cappello responsabile del progetto Bioremediation presso l’IAMC, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero a Messina – si basa sull’esistenza di microrganismi, batteri in primis, in grado di attaccare la struttura molecolare di molti dei componenti la formulazione complessa degli idrocarburi. Questi microrganismi – spiega Cappello – sono presenti in ambiente marino ma in condizioni metaboliche, fisiologiche e in quantità non sufficiente a permettere una sostanziale riduzione degli idrocarburi sversati ed è grazie alla bioplastica PHAs che è possibile invece favorire e accelerare un processo altrimenti lunghissimo di trasformazione in CO2, prodotto finale della biodegradazione. L’uso della bioplastica PHAs è inoltre sicuro per l’ambiente e per la fauna marina perché non lascia alcuna traccia".
Nelle prossime settimane cominceranno ulteriori test nei mari di tutto il mondo: nei porti, nei siti industriali come le raffinerie e nelle cisterne delle più grandi petroliere. L’applicazione di questa nuova tecnologia consentirà la pulizia non solo in caso di eventi disastrosi, ma anche nella quotidiana manutenzione di porti o siti industriali.
"Siamo orgogliosi di annunciare questa scoperta straordinaria e dare il nostro contributo per proteggere l’ambiente marino – dice ancora Astorri,– concederemo in licenza questa tecnologia che è un ulteriore esempio delle molteplici applicazioni realizzabili con le micro polveri in bioplastica PHAs che produrremo nello stabilimento di Castel San Pietro Terme (Bologna) a partire dal 2018. Continueremo ad ampliare ancora di più la nostra presenza diretta nei settori della bioremediation, cosmetica, biomedicina e nano-medicina. Lavorare con l’IAMC, eccellenza mondiale nel settore delle ricerche marine, ci riempie di orgoglio".