Grazie ai diamanti artificiali cattureremo l’energia dal Sole
La tecnologia è stata presentata a Milano a un congresso di fisica della materia
Per produrre energia dal Sole useremo dei diamanti artificiali. Più precisamente, quelli realizzati nei laboratori dell'Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi (Imip) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che sono alla base di una nuova tecnologia che trasforma l'energia solare in energia elettrica.
Il procedimento, messo a punto nell'ambito del progetto europeo Ephestus, è stato presentato da Daniele Maria Trucchi dell'Imip-Cnr al congresso di fisica della Materia che si è svolto a Milano, organizzato dal Consorzio Interuniversitario per le Scienze Fisiche della Materia (Cnism).
Il diamante ha una grande capacità di emettere elettroni quando lavora ad alte temperature, ragione per cui “abbiamo scelto questo materiale per realizzare un modulo di conversione nel quale arriva l'energia solare concentrata da un concentratore (costituito da uno specchio)”, spiega Trucchi, coordinatore del progetto Ephestus per il Cnr. L'energia solare riscalda il modulo ed emette elettroni che vengono raccolti da un collettore metallico e possono essere messi a disposizione di un carico per erogare corrente elettrica. Naturalmente, usare i diamanti naturali sarebbe molto costoso, inoltre andrebbero selezionati solo quelli dalla struttura adeguata. Al contrario, sottolinea Trucchi, “in laboratorio possiamo realizzare diamanti con la struttura adatta alle nostre esigenze e a costi contenuti, (un euro per centimetro quadrato)”. Il metodo usato si chiama Cvd, deposizione chimica da fase vapore: “Introduciamo idrogeno e metano in un apparato - spiega Trucchi - li attiviamo con plasma a microonde che rompe i legami fra gli atomi e il carbonio del metano fa da seme per la formazione dei diamanti”. Si ottiene così una pellicola sottile di diamante che viene depositata su una superficie piana di materiali ceramici, che assorbono l'energia solare e la passano al diamante. “Abbiamo dimostrato una efficienza di conversione del 6% ma - conclude Trucchi - in tre anni potremmo ottenere un prodotto competitivo con una efficienza di almeno il 15%”.