Ilva – Legambiente chiede un milione a Riva e Capogrosso
L’eventuale risarcimento, assicura l’associazione, sarà usato per risanare. La richiesta è tra le risultanze del processo sull’inquinamento prodotto dal reparto cokerie del siderurgico
Un risarcimento di un milione di euro in sede civile nei confronti dell’ex presidente dell’Ilva, Emilio Riva, e dell’ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, è stato chiesto da Legambiente. La richiesta si basa sulla sentenza penale della Corte di cassazione del 2010, che prescrisse i reati ambientali, ma ne confermò gli effetti civilistici.
La vicenda giudiziaria e i dettagli sulla richiesta di risarcimento sono stati illustrati a Taranto dal presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza.
Si tratta del processo originato dall’inchiesta sull’inquinamento prodotto dal reparto cokerie del siderurgico, culminata l’11 settembre 2001 nel sequestro preventivo delle batterie 3-6. Nel mirino dell’indagine – denominata antismog – finirono anche le attività dell’Agip e della Cementir. Riva e Capogrosso furono condannati dalla Corte d’appello rispettivamente a due anni e a un anno e otto mesi di reclusione per “getto pericoloso di cose e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”. La Cassazione annullò senza rinvio le condanne per intervenuta prescrizione dei reati, ma rimase comunque inalterata la pretesa del risarcimento del danno da parte dell’associazione ambientalista e della Uil provinciale, che si costituirono parte civile.
Riqualificazione – “Saranno tutte reimpiegate per interventi di risanamento e riqualificazione nel territorio di Taranto le somme che saranno eventualmente percepite da Legambiente”, ha reso noto Cogliati Dezza. La prima udienza della causa è fissata per ottobre.
Tra gli investimenti verdi possibili ci sono progetti di riqualificazione di aree urbane, l’acquisto di macchinari per il controllo delle emissioni inquinanti o interventi di miglioramento della qualità dell’aria grazie agli eco-mezzi da destinare alle società di trasporto pubblico locale.
Squinzi: commissariamento non sia esproprio – Ancora sul fronte Ilva, non si placa il dibattito sul commissariamento dell’azienda deciso la passata settimana dal governo Letta. “Il commissariamento apre a una situazione molto complessa, ma non deve equivalere all’esproprio: se questo principio viene applicato non vedremo più investimenti esteri e probabilmente anche molti meno italiani”, ha chiesto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Aggiungendo che il diritto di proprietà “deve essere rispettato” e le soluzioni, che mettano insieme “lavoro, salute e ambiente”, vanno “condivise”.