In Italia 200 milioni di elettrodomestici “dimenticati” in casa
La fotografia di questo “tesoro” di rifiuti nascosto viene scattata da una ricerca di Ecodom. Al primo posto, tra i grandi elettrodomestici “dimenticati” in case, troviamo i condizionatori portatili (32%), seguiti da asciugatrici (21%) e boiler elettrici (16%)
Smettiamo di usarli, e piano piano li dimentichiamo in casa, o li mettiamo da parte volutamente. Sono quegli elettrodomestici, ormai in disuso, che potrebbero esser buttati e avviati al riciclo ma che invece rimangono nelle case degli italiani. In media ce ne sono otto a famiglia, per un totale di 200 milioni di pezzi (quasi un quinto delle apparecchiature elettriche ed elettroniche possedute), che in chiave di una corretta gestione dei rifiuti sarebbe come avere una piccola miniera di materie prime non ancora scoperta. La fotografia di questo “tesoro” di rifiuti nascosto viene scattata da una ricerca di Ecodom (il Consorzio italiano per il recupero e il riciclaggio degli elettrodomestici) sui Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) commissionata a Ipsos.
Lo studio è stato rilanciato nell’ambito dell’iniziativa “Garage story”, che prova a capire le ragioni del fenomeno e a ricordare l’importanza di un corretto trattamento dei Raee, anche attraverso la definizione dell’identikit del “non-riciclatore”. Al primo posto, tra i grandi elettrodomestici abbandonati chissà dove nelle proprie case, troviamo i condizionatori portatili (32%), seguiti da asciugatrici (21%) e boiler elettrici (16%). Tra i piccoli sul podio le pianole (48%), seguite dai video registratori (43%) e dai monitor per il tubo catodico (38%). In cucina restano inutilizzate anche le friggitrici (32%), i macinacaffè (31%) e i tostapane (20%).
Eppure, ogni apparecchiatura “dimenticata” è una piccola miniera di materie prime che potrebbero tornare ad essere usate: da un frigorifero, per esempio, si ottengono fino a 28 kg di ferro, 6 kg di plastica e oltre 3 kg tra rame e alluminio (in tutto circa 40 kg di materie prime seconde). Ecodom ne ha recuperato 62.000 tonnellate nel 2012: primo posto per il ferro con oltre 44.000 tonnellate; segue la plastica (7.000 tonnellate), rame (2.000 tonnellate) e alluminio (1.700 tonnellate). L’utilizzo delle materie prime ottenute ha consentito un risparmio energetico pari al consumo annuale della città di Viterbo (più di 60.000 persone).
“I Raee possono diventare risorse preziose se correttamente trattati - commenta Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom - e ciascuno di noi può svolgere un ruolo decisivo per valorizzare il ‘tesoro’ nascosto (e dimenticato) nelle nostre case. D’altra parte, se non ce ne liberiamo in modo corretto, i Raee rappresentano un rischio per l’ambiente. Con soli 4 kg pro-capite all’anno correttamente trattati, l’Italia si colloca oggi al sedicesimo posto della graduatoria europea, lontana dagli obiettivi di raccolta europei, pari a circa 12 kg per abitante all’anno dal 2019”.