L'Unione europea sdogana il nucleare anche per l'idrogeno rinnovabile
La proposta dell’idrogeno da fonte nucleare è stata inclusa negli atti delegati della Commissione europea sui criteri tecnici per definire l'idrogeno rinnovabile
L'idrogeno verde nell'Ue si potrà fare anche con l'elettricità prodotta dall'atomo. È una delle proposte incluse negli atti delegati della Commissione europea sui criteri tecnici per definire l'idrogeno rinnovabile, pezzo sempre più importante del Green Deal. L'idrogeno a basso costo è il sogno delle industrie energivore europee, con quelle siderurgiche in testa, e la Commissione pensa a una “Banca dell'idrogeno” con il Fondo per l'innovazione dell'Ets che sosterrà con 800 milioni di euro la prima asta a premio fisso per la produzione di idrogeno rinnovabile.
Gli atti delegati
La Commissione Ue ha infatti adottato due atti delegati in base ai quali tutti i carburanti rinnovabili di origine non biologica dovranno essere prodotti a partire da energia elettrica da fonti rinnovabili. L’obiettivo è definire il concetto di idrogeno rinnovabile: gli atti delegati costituiscono due degli elementi di una vasta disciplina sull'idrogeno, in cui rientrano investimenti nelle infrastrutture energetiche, norme in materia di aiuti di Stato e traguardi previsti per legge per l'idrogeno rinnovabile nell'industria e nei trasporti. I due atti sono interconnessi e necessari entrambi affinché i carburanti possano essere conteggiati ai fini del conseguimento dell'obiettivo degli Stati membri per le energie rinnovabili. Il primo atto delegato stabilisce le condizioni a cui l'idrogeno, i carburanti a base di idrogeno e altri vettori energetici possono essere considerati carburanti rinnovabili di origine non biologica. Le norme intendono assicurare che i carburanti possano essere prodotti soltanto a partire da energia elettrica rinnovabile "supplementare" generata allo stesso momento e nella stessa zona in cui avviene la produzione del carburante. Il secondo atto delegato stabilisce la metodologia per calcolare le riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dai carburanti rinnovabili di origine non biologica e dai carburanti derivanti da carbonio riciclato. Stabilisce che l'impiego di carburanti derivanti da carbonio riciclato debba ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 70% rispetto ai combustibili che vengono a sostituire.
Il ruolo della Francia
La Francia è stato il più importante lobbista per l'idrogeno green con l'atomo. Oggi Parigi rivendica una "grande vittoria" ascrivendone il merito alla ministra per la transizione energetica Agnès Pannier-Runacher, che per mesi ha insistito con la Commissione Ue per veder valorizzato il nucleare nazionale. Il che spiega anche perché l'atto delegato sulla "addizionalità", cioè sui criteri per assicurare che l'idrogeno Ue sia prodotto in misura sempre crescente da capacità supplementare di rinnovabili, ha impiegato oltre sette mesi a vedere la luce. "Ci è voluto tempo perché la nostra è una soluzione equilibrata a una questione complessa" spiegano dalla Commissione, precisando che l'idrogeno fatto con il nucleare "non sarà conteggiato come rinnovabile, ma sarà considerato come a basse emissioni di CO2". 'Sfumature', replicano da Parigi senza dare particolare peso alla precisazione di Bruxelles.
Non più rinnovabili addizionali
Con i criteri individuati, sostiene lo staff di Pannier-Runacher, la Commissione "riconosce alla Francia, e alla Svezia, di avere il sistema elettrico più decarbonizzato d'Europa e di non aver bisogno di capacità addizionale di rinnovabili per produrre idrogeno pulito". Ora, rilancia Parigi, si deve applicare "la stessa logica" al negoziato in corso sulla nuova direttiva rinnovabili, attualmente in stallo proprio per la mancanza dell'atto delegato sull'idrogeno rinnovabile. Senza contare che l'idea di non fare più differenza tra rinnovabile, pulito e a basse emissioni non piace a Germania e Spagna.
La Spagna non ci sta
All'indomani dell'apertura della Commissione europea a equiparare l'idrogeno generato con l'energia elettrica proveniente dal nucleare (rosa) all'idrogeno verde, proveniente da energie rinnovabili, la Spagna alza i toni. La ministra per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, citata da El Paìs, ha detto di essere contraria a "qualificare come rinnovabile ciò che non lo è" e ha chiesto alla Francia, che punta proprio sull'idrogeno rosa, di chiarire il suo impegno nella costruzione del corridoio per l'idrogeno green tra Barcellona e Marsiglia, H2Med. Nei giorni scorsi il quotidiano spagnolo ha riportato la notizia secondo cui Parigi avrebbe condizionato la realizzazione dell'infrastruttura al riconoscimento dell'idrogeno rosa come 'green'.
I pareri di ONG e industria
"Garantire che l'idrogeno rinnovabile sia prodotto da fonti supplementari di elettricità rinnovabile è stato un argomento chiave negli ultimi anni - dice Marta Lovisolo della Fondazione Bellona - sebbene l'elettricità nucleare potrà essere considerata rinnovabile, siamo sollevati dal fatto che l'addizionalità sia comunque una parte fondamentale dell'atto delegato". "Una regolamentazione tutt'altro che perfetta è meglio di nessuna regolamentazione - dice Jorgo Chatzimarkakis dell'associazione di settore Hydrogen Europe - finalmente c'è chiarezza per l'industria e gli investitori e l'Europa possono dare il via al mercato dell'idrogeno rinnovabile".