L’orto sulla luna, la Nasa seminerà rape e basilico nel 2015
Obiettivo dell’esperimento - ha spiegato la Nasa - non è soltanto garantire a futuri colonizzatori della Luna una scorta di verdure fresche, ma soprattutto verificare se la specie umana un giorno potrà vivere e coltivare piante sulla luna
Alimentazione a “chilometro zero” anche sulla Luna: determinata a che i suoi astronauti possano mangiare verdure prodotte in loco, la Nasa si accinge a inviare sul satellite della Terra una prima ondata di semi di rape, basilico e mostarda selvatica. L’orticello lunare al centro del Lunar Plant Growth Habitat Project sarà ovviamente solo sperimentale: per proteggere le pianticelle dai raggi cosmici e dall’assenza di atmosfera del satellite, i ricercatori dell’agenzia spaziale americana hanno messo a punto speciali contenitori hi-tech dove far germinare i semi. Obiettivo dell’esperimento - ha spiegato la Nasa - non è soltanto garantire a futuri colonizzatori della Luna una scorta di verdure fresche, ma soprattutto verificare se la specie umana un giorno potrà vivere e coltivare piante sulla luna.
“Sarà il primo esperimento di scienze della vita nello spazio profondo”, ha detto Bob Bowman, uno scienziato Nasa a parte del progetto. “Lo scopo è mostrare che organismi viventi possono prosperare in un ambiente estremamente ostile”.
Per far crescer piante sulla Luna ci vuol più di un buon pollice verde: il nostro satellite ha un sesto della gravità della Terra e esporrà i semi importati a temperature estreme e radiazioni: “la Luna è un posto strano: da un lato guarda il sole e le temperature sono di oltre 65 gradi, dall’altra si scende a meno cento”, ha detto Bowman. L’habitat creato per ospitare le piante conterrà i semi, un foglio di carta ricco di sostanze nutritive e acqua per consentire la germinazione e la crescita.
I contenitori dovrebbero partire nel 2015, grazie a un passaggio a bordo del Moon Lander, un veicolo spaziale commerciale scelto tra quelli che hanno preso parte al concorso Google Lunar X-prize: sono dotati di strumenti per regolare luce e temperature e fotocamere che permetteranno agli scienziati da Terra di monitorare i progressi della crescita nell’arco di cinque-dieci giorni.