Raee, crescono nel 2019 soprattutto i piccoli elettrodomestici e l’elettronica
Lo evidenzia il Rapporto Annuale del Centro di Coordinamento Raee. La Lombardia resta in cima alla classifica delle regioni, con 64.728 tonnellate di Raee
Elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici (R4) sono i rifiuti elettronici maggiormente cresciuti nel 2019. Lo evidenzia il Rapporto Annuale del Centro di Coordinamento Raee (CdC) che segnala un aumento di questo raggruppamento del 15,28% (72.609 tonnellate), anche grazie alla campagna di comunicazione promossa dal CdC negli ultimi due anni.
Seguono i grandi bianchi (R2,come lavatrici e lavastoviglie) al +13,12%, i più raccolti con 115.109 tonnellate. Crescono (+11,06% e 93.432 tonnellate) anche freddo e clima (R1). Tv e monitor (R3) raggiungono 59.853 tonnellate (+0,12%). Le sorgenti luminose (R5) superano per la prima volta quota 2.000 (+5,36%). Per quanto riguarda le aree geografiche, al Nord la raccolta di Raee cresce dell'8,77% rispetto al 2018: poco più di 186.000 tonnellate e un pro capite di 7,40 kg. Nel Centro si rileva un +12,26%, 79.525 tonnellate e un pro capite a 5,91 kg. Sud e Isole registrano la maggiore crescita (+12,76%), confermando il trend positivo del 2018: 77.377 le tonnellate raccolte e un pro capite di 4,77 kg/ab.
Nella classifica delle regioni, la Lombardia con 64.728 tonnellate di Raee mantiene la testa del gruppo per raccolta complessiva, mentre la Valle d'Aosta, nonostante un calo del -2,28%, si conferma "regina" per quella pro capite (10,30 kg/ab). Tra le migliori anche Emilia Romagna e Liguria (+14,45%), con 8,08 kg/ab e 7,62 kg/ab. Nel Centro Italia è il Lazio la regione più virtuosa, con 29.547 tonnellate raccolte, superando di un soffio la Toscana che resta al comando della media pro capite, con 7,87 kg/ab.
Nel Sud Italia e Isole, la Campania si conferma al primo posto nella raccolta assoluta con 18.809 tonnellate ma ultima nel pro capite, dove la Sardegna è la migliore con 8,43 kg/ab (seconda a livello nazionale). Maglia nera per Puglia (3,52 kg/ab), Sicilia (3,47 kg/ab) e Campania (3,24 kg/ab), che secondo il rapporto hanno "dati abbondantemente al di sotto della media nazionale e lontanissimi dagli ambiziosi obiettivi imposti dall'Unione Europea".