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Realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e dall'Enea. Il 26% delle Pmi europee offre servizi verdi”. Italia solamente dodicesima

Cresce l’attenzione delle aziende agli aspetti ambientali. In Europa il 26% delle Pmi offre prodotti e servizi "verdi" e il 93% ha messo in campo almeno un'azione per essere più efficiente. In Italia l'eco-innovazione ha una tendenza positiva: nel 2012, secondo la classifica europea sull’eco-innovazione, l'Italia era al quindicesimo posto tra i 28 paesi presi in esame e nel 2013 è salita al dodicesimo. Il 98% degli imprenditori italiani afferma che l'economia deve puntare sul risparmio e l'uso sempre più efficiente dell'energia e delle risorse.

Questo quanto emerge dal rapporto sulla green economy 2014, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dall'Enea, che prende in esame le imprese della green economy, che considera la via maestra per uscire dalla crisi. Fa inoltre un’analisi della posizione dell'Italia nel panorama globale, concentrandosi sui settori più arretrati e meno competitivi. Clicca sulla foto per guardare il video.

Il Rapporto 2014 è diviso in quattro capitoli, dedicati al rapporto delle imprese con l'ambiente, all'eco-innovazione, ai risultati di un'indagine sugli orientamenti degli imprenditori della green economy, e a dare 10 dimensioni per misurare lo sviluppo della green economy. L’indagine è stata condotta tra aprile e maggio 2014 dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con il Consiglio nazionale della green economy, a cui hanno risposto 437 imprenditori che gestiscono imprese per un totale di 64.573 dipendenti e con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni.

"Le imprese della green economy - ha affermato Edo Ronchi, presidente della Fondazione in occasione della presentazione del rapporto all'Enea nei giorni scorsi - chiedono di pesare di più nelle scelte economiche del Paese, perché la loro crescita può contribuire in modo decisivo a far uscire l'Italia dalla crisi. Le imprese della green economy - sia quelle che producono beni e servizi di qualità ambientale, sia quelle che hanno investito in eco-innovazione per processi produttivi puliti - hanno infatti maggiori possibilità di sviluppo sul mercato interno e su quelli esteri proprio perché meglio rispondono alla domanda di un miglior benessere e di una miglior tutela di un bene diventato scarso come l'ambiente".