Rapporto GreenItaly. Perché le tecnologie verdi sono anche anti crisi
Non solo fanno bene all’ambiente, ma risultano anti cicliche: nel quinquennio 2019-2023, sono state 571.040 le imprese italiane che hanno effettuato eco-investimenti, più di una su tre. Ecco tutte le tecnologie trainanti
La sostenibilità è un’opportunità economica e di sviluppo tecnologico green, con nuovi investimenti e nuovi posti di lavoro. È quanto dimostra l’ultimo Rapporto di GreenItaly, presentato nei giorni scorsi a Roma, nel quale la sostenibilità mostra un ruolo crescente nella competitività delle imprese. Le aziende green, anzi, affrontano meglio le crisi. Nel quinquennio 2019-2023, sono state 571.040 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 38,6% del totale (più di una su tre). Sul fronte del lavoro, alla fine dello scorso anno, le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,4% degli occupati totali, 3,1 milioni di unità. È quanto emerso dalla quindicesima edizione del Rapporto GreenItaly, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e dal centro studi Tagliacarne con il patrocinio del ministero dell’Ambiente.
I settori trainanti, dal riciclo alle rinnovabili
L’Italia si conferma leader sul fronte del recupero. Secondo Eurostat, la capacità nell’avvio a riciclo dei rifiuti in Italia ha raggiunto il 91,6%, un tasso di gran lunga superiore alle altri grandi economie europee. E con un tasso di riciclo effettivo al 75,3%, l’Italia si conferma leader del riciclo in Europa per i rifiuti di imballaggio, raggiungendo in anticipo gli obiettivi fissati dalla normativa. Tra le filiere virtuose si annoverano, nel 2023, la carta (tasso di riciclo al 92,3%), il vetro (77,4) e l’acciaio (87,8). La filiera degli imballaggi in plastica e bioplastica, con il tasso di riciclo più basso tra i rifiuti (48%), è il settore con il più rapido tasso di crescita.
Anche nel comparto degli oli minerali usati l’Italia si conferma eccellenza in Europa con il 98% (2023) del totale raccolto e rigenerato in basi per lubrificanti, oli leggeri e altri prodotti petroliferi. Per quanto riguarda l’avvio a riciclo, spicca l’attività di recupero degli Pfu (pneumatici fuori uso) che ha permesso al Paese di risparmiare oltre 81 milioni di euro sulle importazioni di materie prime nel 2023. Trend positivo, infine, anche nelle nuove installazioni da fonti rinnovabili che, l’anno passato, hanno toccato i massimi storici pari a 5,7 GW.
«Competitivi e capaci di futuro»
«Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro», ha commentato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola che redige il rapporto. «Ora possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione europea con il Next Generation Ue e al Pnrr». Nonostante la burocrazia: «La burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno», ha spiegato Realacci.
Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, Enel e molte organizzazioni insieme a oltre quaranta esperti.