Turismo green – Nascono nel Salento i primi rifugi biodegradabili d’Italia
Saranno costruiti con paglia, canne, terra, foglie, legname di scarto e pietre nel parco dei Paduli grazie a un concorso di eco-edilizia. Ma fate in fretta: saranno visitabili fino a settembre, poi si decomporranno
È partita domenica 14 luglio l’autocostruzione dei due prototipi di rifugi temporanei ecosostenibili – addirittura biodegradabili – nel parco dei Paduli, in Puglia. Secondo i promotori, la nuova frontiera della bioedilizia sono infatti gli hotel decomponibili: strutture ad autocostruzione temporanea create con materiali essenziali e risorse già presenti in natura.
In Italia i primi due esempi di questo nuovo tipo di edifici green nasceranno in Puglia, e più precisamente nel parco dei Paduli, una grande area rurale nel Salento occupata fino al 1800 da una fitta foresta di querce. Qui, come scrive il sito energiesensibili.it, i vincitori del concorso “Nidificare i Paduli, strategie alternative del vivere in natura” hanno ora pochi giorni di tempo per la costruzione dei due eco-rifugi temporanei.
Paglia, canne, terra, foglie, legname di scarto e pietre: tutto è pronto per dare il via ai lavori.
Due i progetti premiati – Il laboratorio urbano Bollenti spiriti delle terre di mezzo, nato nel 2011, l’associazione culturale Lua e i comuni di San Cassiano, Brotugno, Surano, Nociglia e Giuggianello hanno promosso qualche mese fa un concorso di idee per l’autocostruzione del primo villaggio turistico italiano a impatto zero, con sede proprio nel parco salentino. Tra i 38 progetti arrivati da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, la giuria ne ha premiati due: “Lovo” e “Nido dei Paduli”. Il primo è merito di un team di giovani architetti, il secondo è nato in seno all’università di Firenze.
A questi andrà un contributo di settemila euro, da utilizzare per la realizzazione degli edifici.
Riqualificazione del territorio – “Il concorso fa parte di un progetto più ampio finanziato dalla regione Puglia per la gestione e riqualificazione di questo grande territorio salentino – spiega Mauro Lazzari dell’associazione Lua, giurato del premio. – Si tratta di 5.500 ettari di ulivi secolari, famosi in tutto il mondo: basti pensare che tra il 1600 e il 1800 l’olio ottenuto da queste coltivazioni veniva esportato per l’illuminazione pubblica. Abbiamo voluto dimostrare con questa iniziativa che un turismo alternativo ed ecosostenibile è possibile, soprattutto in un’area dove è l’agricoltura l’elemento dominante”.
Dal 20 luglio e fino a settembre sarà possibile visitare gli eco-rifugi temporanei con escursioni notturne connesse a Puglia open day, la manifestazione che per tutta l’estate permette di scoprire le bellezze più nascoste della regione.