A2a comunica ai sindacati quattrocento esuberi
Nei tagli della multiutility lombarda – “necessari per sostenere il piano industriale concordato con le banche” – è compresa Edipower. Le associazioni di categoria: no ai licenziamenti, sacrifici anche per i dirigenti
A2a ha comunicato ai sindacati la necessità di procedere a un taglio di quattrocento lavoratori per riuscire a portare avanti il piano industriale concordato con le banche. Lo riferiscono due diverse fonti sindacali riprese dall’agenzia Ansa.
La multiutility lombarda, secondo quanto riportato in un volantino sindacale del primo marzo in risposta alla convocazione aziendale, ha comunicato alle forze sociali la necessità di procedere a tagli dei costi per 70 milioni nel prossimo triennio. L’azienda, sempre secondo la stessa fonte, nel piano industriale ha scritto che i quattrocento esuberi saranno distribuiti nel seguente modo: 15 per la chiusura della sede di Mestre, duecento dalla riorganizzazione delle reti e altre 120-140 persone dall’integrazione di Edipower con A2a. “Per gli esuberi – riferisce l’Ansa – si prevedono mobilità o incentivi all’esodo”.
L’azienda, inoltre, prevede di ricorrere alla cassa integrazione ordinaria, fino a 52 settimane nel biennio da aprile 2013 ad aprile 2015: la misura riguarderà i lavoratori degli impianti turbogas di Cassano, Sermide, Turbigo e Chivasso.
La risposta dei sindacati al piano non si è fatta attendere. Le organizzazioni chiedono alla ex municipalizzata “di non licenziare nessuno, di sostenere il reddito di chi verrà accompagnato alla pensione, di distribuire i sacrifici anche sui dirigenti e di contribuire al piano di risparmio di costi limitando il ricorso alle consulenze”. È quanto hanno spiegato Giacomo Berni, segretario nazionale della Filctem, e Carlo Meazzi, segretario nazionale della Fleai-Cisl.
Gli esuberi in A2a arrivano un po’ inattesi dopo che, lo scorso 3 novembre in occasione della presentazione del piano industriale, il presidente del consiglio di gestione, Graziano Tarantini, aveva promesso che la multiutility “non avrebbe mandato a casa un solo dipendente”’.