A2a, presentato il piano industriale al 2019: investimenti per 2,1 miliardi
L’utility lombarda prevede un aumento dei dividendi fino al raddoppio nel 2019, quando si prevede che l'utile sarà salito a 400 milioni di euro
A2A ha approvato il nuovo piano industriale al 2019 da oltre 2,1 miliardi di investimenti (+ 40% sul quinquennio precedente), che prevede un aumento dei dividendi fino al raddoppio nel 2019, quando l'utile sarà salito a 400 milioni di euro e ci sarà stata una contemporanea riduzione di 800 milioni del debito, a 2,5 miliardi.
Il piano di A2A prevede “un rilancio degli investimenti” finalizzati a “rafforzare la propria leadership in settori caratterizzati da ottime prospettive di sviluppo e marginalità in crescita”, anche con un ribilanciamento del portafoglio industriale che prevede “forti sviluppi su ambiente, reti intelligenti e nuovi servizi energetici”.
Si scaldano i motori delle aggregazioni - Dal settore ambiente è atteso un aumento del contributo al Mol di 54 milioni al 2019, la crescita anche attraverso “mirate operazioni di acquisizione” e l'aumento del 20% degli abitanti serviti per la raccolta dei rifiuti.
Energia e teleriscaldamento - Nella distribuzione del gas naturale l'obiettivo è aumentare a fine piano i punti di riconsegna del 13%, aumentando il contributo all'ebitda di 19 milioni. Il teleriscaldamento sarà ulteriormente sviluppato, generando al 2019 una crescita del 18% dei volumi erogati e circa 28 milioni di euro di Mol. Nella vendita di energia e gas A2A si pone l'obiettivo di triplicare in cinque anni i propri clienti, con un impatto sul mol di 53 milioni. Anche dalla controllata montenegrina Epcg è atteso un aumento del contributo all'ebitda di 60 milioni. Infine, A2A si attende 35 milioni di mol in più grazie a “investimenti graduali e scalabili” che consentiranno alla società di “cogliere le crescenti opzioni nascenti dalle Smart City e dalla Green Economy”.
Stop alla produzione termoelettrica -S A2A ridurrà del 40% la capacità di produzione di energia termoelettrica avviando “un percorso articolato di riduzione dell'esposizione e contemporaneo ammodernamento” del proprio parco produttivo, che genererà un beneficio sul margine operativo lordo di 148 milioni di euro nel 2019. Prevista anche una riduzione di 21 milioni dei costi operativi, la riconversione degli impianti obsoleti e circa 35 milioni di euro di investimenti per rendere più flessibili le centrali a ciclo combinato, “al fine di poter svolgere un ruolo da protagonista nel nuovo mercato elettrico”. Nessuna indicazione, nella nota, sull'eventuale chiusura di impianti.
Dividendi - Per quanto riguarda la politica dei dividendi, è attesa “in crescita in linea con lo sviluppo del piano, ma compatibile con il rafforzamento della solidità finanziaria e patrimoniale del Gruppo”. Nel 2015 e nel 2016 viene confermato un dividendo per azione di 3,6 centesimi ad azione, in linea con il 2014, mentre “una significativa crescita è prevista per gli anni successivi”, fino a raggiungere i 7,5 centesimi nel 2019, grazie allo “sviluppo dei risultati industriali”. “Il contestuale rafforzamento degli indici di solvibilità finanziaria” permetterà di mantenere un giudizio di investment grade. Il margine operativo lordo salirà a 1,35 miliardi di euro nel 2019, con una crescita media annua del 5,8% e complessiva del 32%. Il piano prevede anche un taglio dei costi operativi di 130 milioni.
Il piano industriale di A2A prevede per il 2015 il conseguimento di un utile di circa 200 milioni, a fronte della perdita di 37 milioni registrata nel 2014, e il pagamento di un dividendo di circa 3,6 centesimi ad azione, in linea con lo scorso esercizio. L'ebitda, si legge in una nota, è atteso stabile attorno al miliardo di euro, mentre l'indebitamento finanziario netto scenderà da circa 3,4 a circa 3,2 miliardi di euro