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Acque reflue, Ferreira: tre procedure su trattamento riguardano anche Puglia

where Bruxelles (Belgio) when Gio, 16/01/2020 who roberto

Così la commissaria europea per Coesione e riforme, Elisa Ferreira, nella sua risposta a un'interrogazione M5s relativa al problema delle acque reflue del depuratore di Mesagne

Il progetto relativo all'impianto di elisa-ferreira.jpgaffinamento di Mesagne non è stato finanziato dal programma operativo Puglia nell'ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale per il periodo 2014-2020. Pertanto, la Commissione non dispone di informazioni sullo stato di avanzamento del progetto".

Così la commissaria europea per Coesione e riforme, Elisa Ferreira (nella foto), nella sua risposta a un'interrogazione delle eurodeputate M5s Rosa D'Amato, Laura Ferrara, Chiara Gemma e Isabella Adinolfi, relativa al problema delle acque reflue del depuratore di Mesagne (Brindisi) che "vengono riversate nel Canale Reale".
L'interrogazione ricordava lo "stretto legame" del Canale con l'Area marina protetta di Torre Guaceto, "in quanto l'impatto antropico esercitato sul Canale Reale, anche a chilometri di distanza dall'area protetta, ha un riverbero negativo sulla riserva"; affermava poi che "con Dgr 388/2016 - Por Puglia Fesr 2014-2020 - Azione 6.4.3. è stato finanziato il progetto di attivazione ed esercizio dell'impianto di affinamento delle acque reflue depurate per utilizzo in agricoltura", a Mesagne, e chiedeva conto dello stato delle procedure di infrazione sul trattamento dei reflui che riguardano la Puglia.

Su quest'ultimo punto, la commissaria ricorda che "tre delle procedure di infrazione attualmente aperte nei confronti dell'Italia per violazione della direttiva 91/271/Cee riguardano, tra l'altro, agglomerati situati nella regione Puglia". Si tratta delle procedure 2004/2034 (cattiva applicazione degli articoli 3 e 4 della direttiva 91/271/Cee), 2014/2059 (attuazione della direttiva 1991/271/Cee) e 2017/2181 (non conformità alla direttiva 1991/271/Cee).

"Nell'ambito della procedura di infrazione 2004/2034 - specifica Ferreira - il 31 maggio 2018 (causa C-251/17) l'Italia è stata condannata a pagare una somma forfettaria e una penalità per ciascun semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie per ottemperare alla sentenza nella causa C565/10. Ad oggi l'Italia non ha ancora dato piena esecuzione alla sentenza e sta quindi pagando sanzioni pecuniarie periodiche". "Per quanto riguarda la procedura di infrazione 2014/2059, la Commissione ha recentemente adito la Corte di giustizia dell'Ue a norma dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue) (Causa C-668/19). Infine, per quanto concerne la procedura 2017/2181, nel luglio 2019 la Commissione ha emesso un parere motivato a norma dell'articolo 258 Tfue. In base alla risposta delle autorità italiane, la Commissione deciderà la via appropriata da seguire per il caso in questione".

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