Aqp si riprende la depurazione. Stipendi manager: i sindacati chiedono tagli
Le attività di Pura Dep saranno riassorbite nell’Acquedotto Pugliese. Mentre un’altra partita si gioca sul tavolo delle relazioni sindacali per i benefit dei dirigenti
Non festeggerà il quinto compleanno Pura Dep. La società in house che l’Acquedotto Pugliese aveva creato per gestire i depuratori sta infatti per terminare le attività: a breve le funzioni – con i suoi circa quattrocento addetti – verranno riassorbite all’interno di Aqp. Ne dà notizia “La gazzetta del mezzogiorno”.
La novità è più formale che sostanziale, perché dal primo ottobre 2008 – quando fu lanciata Pura, che divenne dal nulla il primo operatore nazionale del settore – la gestione dei depuratori è stata tolta ai tre gestori privati con il passaggio a una società in house del servizio e di tutto il personale. Personale che, ora, transiterà alle dirette dipendenze di Aqp, potenziato da una infornata di 32 nuovi addetti che l’Acquedotto si prepara ad assumere destinandoli in buona parte proprio alla depurazione.
I motivi della liquidazione di Pura Dep sono stati recentemente esposti da Aqp in una relazione presentata all’Aip, l’Autorità idrica pugliese, sulla scorta di un parere espresso dalla Corte dei conti che aveva raccomandato all’Acquedotto la revisione delle partecipazioni. E sono la semplificazione dei rapporti istituzionali, ricorda il quotidiano, la razionalizzazione del personale sul territorio, l’ottimizzazione delle relazioni sindacali. Con un risparmio non solo economico (qualche centinaio di migliaia di euro) ma, soprattutto, di processo organizzativo.
Tensione sugli stipendi dei manager – Altra partita riguarda le retribuzioni dei dirigenti. Le segreterie regionali pugliesi di Filctem, Femca e Uiltec hanno espresso il loro dissenso sul livello di retribuzione e benefit di alcuni dirigenti di Aqp e invitano il nuovo amministratore unico, e di riflesso la regione Puglia, in qualità di azionista di maggioranza, “a intervenire immediatamente per riportare una giusta e trasparente gestione delle risorse, ripristinando corrette relazioni industriali”.
I sindacati parlano di una “situazione paradossale” in relazione a stipendi e benefit di alcuni dirigenti dell’Acquedotto Pugliese.