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Per il ministro dell’Ambiente le Regioni devono chiudere il ciclo integrato, senza imporre come, ma lo devono fare per evitare le sanzioni europee

“Mi assumo tutte le responsabilità del metodo scelto dal governo per superare il difetto italiano nella chiusura dei cicli integrati dei rifiuti di diverse Regioni, e cioè l'art. 35 dello Sblocca Italia. Lo dico chiaro e tondo: io voglio che le Regioni chiudano il ciclo integrato dei rifiuti, perché non posso esporre il Paese a sanzioni comunitarie e, soprattutto, da un punto di vista ambientale non posso sopportare di avere ancora delle percentuali di rifiuti in discarica come quelle italiane, che sono fra le più alte in Europa. Questo è intollerabile”. Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, lo dice intervenendo al convegno organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in occasione della celebrazione dei 20 anni del decreto Ronchi.

“Chiedo alle Regioni di fare quanto chiede la legge, e cioè di chiudere il ciclo integrato dei rifiuti, e che sia chiaro - stigmatizza Galletti - : io non dico di chiuderlo con la termovalorizzazione, io voglio che le Regioni mi dimostrino, dati alla mano, che sono in grado di chiudere il ciclo, poi lo chiudano come vogliono; quello che non lascerò che si faccia è che non si chiuda dicendo no alla termovalorizzazione e no a tutto il resto”. E aggiunge, per chiarire: “se una Regione viene da me con un progetto credibile per una raccolta differenziata al 95% io non solo gli dico di sì, ma gli faccio un monumento”.

Però, specifica Galletti, “non posso sopportare che le Regioni vengano con progetti che non stanno in piedi o con progetti che alla fine non sono in grado di smaltire tutti i rifiuti che producono: in quel caso facciamo male al Paese dal punto di vista ambientale, perché quei rifiuti finiscono per girare l'Italia o l'Europa su dei camion, o finiscono in discarica, o ancora peggio”. Insomma, “io questo non lo permetterò - conclude il ministro - e mi pare che l'art. 35 Sblocca Italia sia "assolutamente conforme sia alle norme che alle aspettative del Paese".