Rifiuti Roma, capitale pulita solo con ciclo integrato
Rafforzare il trattamento della frazione organica e selezione della differenziata: questi i primi approcci per una strategia vincente
Per uscire dall’emergenza rifiuti, a Roma servirebbero cinque impianti di trattamento dell’organico di medie dimensioni (o due di grandi dimensioni), altri cinque impianti di selezione della differenziata e due impianti di trattamento meccanico-biologico per l’indifferenziata. Si tratta di una crescita del quasi 80% dei compostatori o degli impianti di digestione anaerobica, del 15-20% per quanto riguarda gli stabilimenti TMB (trattamento meccanico-biologico). Tutto questo nell’ipotesi ancora lontana che la raccolta differenziata nella capitale arrivi alla metà della produzione di rifiuti urbani, ora ferma al 40% circa.
A dirlo, il think tank WAS (Waste Strategy Report), che elabora ogni anno uno studio sulla gestione dei rifiuti e sulle politiche industriali migliori, per la raccolta e l’effettivo trattamento e riciclo degli scarti. Per essere indipendente nella gestione dei rifiuti urbani, Roma - secondo i calcoli dell’osservatorio specializzato - dovrebbe dotarsi di una capacità di gestione dell’organico pari a 255mila tonnellate l’anno; di impianti per la selezione della raccolta differenziata di 511mila tonnellate e di nuovi impianti di TMB per l’indifferenziata per un ammontare di 313mila tonnellate l’anno. Questo nell'ipotesi che gli attuali impianti di TMB possano raggiungere i rendimenti medi nazionali, meta ad oggi molto distante.
“Nella gestione dei rifiuti non esiste la soluzione unica: il famoso coniglio che esce dal cilindro”, chiarisce Alessandro Marangoni, ad di Althesys, il centro di ricerca che anima il think tank WAS. “E’ sicuramente necessario, oltre a un aumento delle capacità di raccolta differenziata, potenziare il sistema degli impianti che trattano quello che viene collezionato, i diversi materiali raccolti. A valle degli impianti TMB, dal punto di vista strettamente tecnologico, è probabilmente necessario prevedere che una frazione residua debba essere trattata con la termovalorizzazione. Ma ogni singola mossa acquista senso solo nel contesto. L’obiettivo è seguire le indicazioni europee: prevenire la proliferazione dei rifiuti, dare il massimo spazio alla raccolta differenziata e al riciclo della materia così recuperata, ridurre al massimo l’uso della discarica”, conclude Marangoni.