Roma, Raggi: il Comune non ha intenzione di cedere il 10% di Acea
L’idea era stata lanciata dall’ex assessore al Bilancio Andrea Mazzillo per saldare i debiti con i fornitori di Atac
Il Comune non ha alcun progetto di vendere il 10% di Acea e utilizzare i proventi per risanare i conti della municipalizzata dei trasporti Atac. Così nei giorni scorsi il sindaco di Roma, Virginia Raggi (nella foto), dopo che l'ex assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, aveva proposto che il Campidoglio vendesse il 10% della multiutility (che controlla al 51%), utilizzando il ricavato per saldare i debiti con i fornitori di Atac. Si tratterebbe così di 260 milioni, dal momento che Acea capitalizza 2,6 miliardi di euro.
"Della proposta Mazzillo non so nulla. Se e quando si concretizzerà, la prenderemo in considerazione", ha detto il sindaco, che ha anche parlato degli interventi per ridurre la dispersione idrica negli ultimi mesi. "Dal cambio del cda di Acea a oggi sono stati recuperati mediamente 1.160 litri di acqua al secondo, grazie al monitoraggio sul 78% dei manufatti. Abbiamo individuato 1.145 perdite, di cui 1.140 già riparate. Le riparazioni saranno completate entro settembre. La rete idrica di 5.400 chilometri è stata ispezionata per il 98%: abbiamo individuato 1.176 perdite, di cui 849 già riparate e 447 programmate". Il piano per ridurre gli sprechi terminerà a fine 2017. Nessun razionamento di acqua, quindi, né depotenziamenti notturni, salvo quelli legati alla sostituzione dei tubi.
"Il cda di Acea ci ha seguito, siamo a un cambio radicale di passo", ha osservato Raggi, ricordando che le perdite idriche nella capitale arrivavano fino al 44%. "In pochi mesi sono stati monitorati oltre 12 mila manufatti su 16.211 e l'ispezione della rete ha scongiurato la riduzione della pressione nelle ore notturne".