torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Accordo europeo sul clima: i pareri e le reazioni

where Milano when Lun, 27/10/2014 who redazione

Greenpeace, Renzi, Wwf, Galletti, Silvestrini, Legambiente, Aicarr, Re Rebaudengo e altri

“Con accordo su clima Europa ha scelto di stare in prima linea: contro climate change e per ambiente driver di sviluppo e occupazione”, così su Twitter il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti.
Di “accordo al ribasso” ha parlato invece Greenpeace. “I tre obiettivi - riduzione delle emissioni di CO2, aumento della quota di energia prodotta da rinnovabili, aumento dell'efficienza energetica - sono poco ambiziosi, e rischiano di provocare un sostanziale rallentamento nella crescita delle energie pulite”, si legge nel comunicato. “L'accordo raggiunto rappresenta comunque un punto di partenza, in vista di un accordo globale atteso alla conferenza sul clima di Parigi nel 2015. In quest'ottica, è comunque positivo che i leader europei abbiano lasciato aperta la possibilità di rivedere al rialzo gli obiettivi”.
“Gli obiettivi adottati non solo indeboliscono la politica climatica dell'Unione Europea, ma ne mettono a rischio l'indipendenza energetica”, ha osservato Monica Frassoni, coordinatrice di Green Italia e co-Presidente del Partito Verde Europeo.
La commissaria per l'Azione per il Clima dell'Ue, Connie Hedegaard, si è detta “orgogliosa” dell'intesa per il periodo 2020-2030, “nonostante l'incertezza economica e le difficili crisi internazionali”.
“Siamo passati da una riduzione del 20% nel 2020 al -40%, vuol dire raddoppiare gli sforzi in 10 anni”, ha osservato il presidente della Commissione europea Josè Barroso. Dello stesso parere il presidente del Consiglio Herman Van Rompuy.
“Abbiamo trovato un buon accordo sul clima, siamo molto soddisfatti”, dice Matteo Renzi in diretta su Rainews24.
“Bene l'accordo politico raggiunto, ma ora è necessario puntare sulla competitività dell'industria europea”. Così Confindustria commenta le conclusioni del consiglio europeo sugli obiettivi climatici ed energetici per il 2030. “Confindustria esprime apprezzamento per il ruolo svolto dal governo italiano durante il difficile negoziato, per assicurare che gli obiettivi di sostenibilità ambientale siano perseguiti salvaguardando la competitività delle imprese. A questo proposito è positivo che sia stata accolto l'appello dell'industria europea ad adottare un unico obiettivo vincolante, quello relativo alla riduzione delle emissioni, lasciando flessibilità agli stati membri nella scelta delle soluzioni tecnologiche più efficienti ed efficaci. Questo consentirà di valorizzare al meglio le specificità dei sistemi industriali nazionali sul fronte delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Questo ambizioso obiettivo richiederà una riduzione del 43% nei settori industriali ets e del 30% nei settori non-ets. Uno sforzo, quest'ultimo, particolarmente penalizzante per l'Italia in ragione del pil procapite”.
L'accordo sul pacchetto clima-energia 2030 "è poco ambizioso e fallimentare". È questo il giudizio dell'Anev, la quale sottolinea che le istanze della maggior parte del mondo rinnovabili avanzate a gran voce non sono state ascoltate, e sono stati mantenuti il target del 27% per le rinnovabili, vincolante però solo a livello comunitario e non per i singoli Stati membri, e il taglio delle emissioni al 40%. Secondo l'associazione dell'eolico, "la presidenza italiana al semestre europeo non è stata in grado di determinare un cambio di passo rispetto alla proposta di sostegno alle rinnovabili, poco incisiva, delle istituzioni europee, nonostante i benefici economici, occupazionali e ambientali che le rinnovabili e l'eolico in particolare hanno portato al Paese".
“Gli obiettivi previsti dal pacchetto ue clima-energia 2030 con efficienza energetica al 27% e fonti rinnovabili al 27%, in un quadro normativo confuso e contraddittorio come quello italiano, di fatto ostacolano e rallentano la transizione verso un nuovo modello energetico. Che ciò accada durante il semestre di presidenza italiano è significativo del perdurare di una politica fossile nel nostro paese”. Così in una nota Livio De Santoli, presidente di Aicarr, l'associazione italiana condizionamento dell'aria riscaldamento e refrigerazione.
“L'accordo sugli obiettivi climatici al 2030 risulta francamente inferiore alle più pessimistiche previsioni. Tuttavia va gestito intelligentemente sul fronte interno e su quello internazionale”. Lo dichiara Gianni Silvestrini, presidente di Free, il coordinamento che raggruppa oltre 30 associazione delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. “La riduzione del 40% delle emissioni climalteranti rispetto ai livelli del 1990 poteva essere più ambiziosa, ma rappresenta un importante punto fermo. Va ricordato che nel trend di riduzioni ottenute finora hanno pesato i processi di deindustrializzazione dei paesi dell'est dopo la caduta del muro e la delocalizzazione di impianti industriali verso altri paesi, in particolare il sud-est asiatico. Nei prossimi 15 anni sarà assente il primo elemento e si rallenterà il secondo. Inoltre, le riduzioni dovranno essere ottenute tutte sul fronte interno, in quanto non sarà possibile utilizzare i meccanismi flessibili previsti dal protocollo di Kyoto che consentivano di contabilizzare interventi effettuati nei paesi in via di sviluppo”.
“Una grande occasione sprecata. L'Italia si è limitata a svolgere un ruolo semplicemente notarile di presidente di turno dell'Unione Europea, cedendo alla minacce di veto britanniche e polacche. Il nostro governo ha mostrato la sua scarsa capacità di leadership e volontà politica di investire nello sviluppo di un'economia europea a basse emissioni di carbonio cedendo alla lobby del fossile”. Così il presidente della Legambiente Vittorio Cogliati Dezza commenta la decisione del consiglio europeo.
AssoRinnovabili dà un voto di 5 (su 10) alla decisione assunta dal Consiglio Europeo nella "due giorni" di Bruxelles appena conclusa. Sebbene siano stati indicati nuovi obiettivi per il 2030 (il 27% di energia proveniente da fonti rinnovabili, il 40% di riduzione delle emissioni di CO2 rispetto ai dati del 1990 e il 27% in più di efficienza energetica), l'impressione è che i Capi di Governo dell'Unione Europea si siano limitati al "compitino", rimanendo sordi agli inviti di maggior coraggio che fino all'ultimo sono arrivati dal settore della green economy e perdendo lo slancio "rivoluzionario" che aveva caratterizzato il pacchetto "20-20-20".
Per il Wwf è un risultato debole, al di sotto di quanto ci si aspettava dall'Unione Europea in vista dell'accordo globale sul clima quello raggiunto ieri notte dal Consiglio dell'Unione Europea che ha approvato la struttura del Pacchetto Clima ed Energia per il 2030, prevedendo "almeno il 40%" di riduzione delle emissioni di gas serra, "almeno il 27%" di energia rinnovabile (obiettivo obbligatorio a livello comunitario) e "almeno il 27%" di efficienza energetica (obiettivo indicativo, non obbligatorio). Un pacchetto più coraggioso, ricorda il Wwf, avrebbe rappresentato anche un'opportunità di futuro per i cittadini europei, che da obiettivi più ambiziosi avrebbero tutto da guadagnare.
Secondo Laurent Fabius “il Consiglio europeo è arrivato ad un accordo su un nuovo quadro politico in materia di clima e di energia. Me ne rallegro. Prevede che l'Unione europea ridurrà le emissioni di gas ad effetto serra di almeno 40% all'orizzonte 2030. Tale obiettivo traduce l'ambizione europea nel quadro della trattativa internazionale che deve permettere di arrivare ad un accordo internazionale durante la Conferenza Parigi-Clima 2015. Il quadro definito dal Consiglio europeo risponde alla volontà francese di una politica ambiziosa di lotta contro i cambamenti climatici”.

immagini
Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente
leggi anche: