Adempimenti ambientali delle imprese: allarme sulla certificazione F-gas
Secondo la Confartigianato un altro costoso mostro burocratico per le imprese: inutili costi e complicazioni per 150mila installatori di impianti e autoriparatori
Secondo la Confartigianato, il Dpr 43 del 2012 che disciplina il trattamento dei gas fluorurati a effetto serra costringe 150mila installatori e meccanici “ad una assurda trafila di adempimenti per poter operare su apparecchiature di uso domestico e industriale contenenti i cosiddetti F-gas (pompe di calore, gruppi frigoriferi, condizionatori d'aria, lavatrici industriali, climatizzatori in abitazioni e su auto)”.
A parere della confederazione, "siamo in presenza di un altro Sistri, un mostro burocratico inutilmente costoso per gli imprenditori". Ancora una volta - segnala Confartigianato - il Ministero dell'Ambiente ha recepito in maniera inutilmente restrittiva e complessa le indicazioni di un regolamento europeo del 2006. Risultato: un aggravio di oneri e di pastoie burocratiche per le imprese.
Per poter lavorare, infatti, gli imprenditori devono iscriversi al Registro nazionale dei gas fluorurati al fine di ottenere il certificato che li abilita ad operare sugli impianti. Certificato che si consegue soltanto presentando un complicato Piano di Qualità conforme alla norma tecnica UNI/ISO 10.005, da rinnovare ogni anno. Inoltre, gli imprenditori devono presentare, ogni anno, al ministero dell'Ambiente una dichiarazione con informazioni sulle emissioni in atmosfera di gas fluorurati relativi all'anno precedente.
Confartigianato segnala che l'obbligo imposto in Italia di presentare il Piano Qualità è un caso unico nell'Unione europea.