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L’allarme del Wwf. “L’Italia è in stato di calamità climatica permanente”. Nuovo no al ponte di Messina

where Roma when Lun, 06/11/2023 who roberto

Nuovo appello dell’associazione ecologista: “Subito un piano di adattamento efficace e finanziato. Agire sulle cause, occorre un programma di abbandono dei combustibili fossili nel Pniec”

Il dissesto idrogeologico e alluvione-toscana.jpgle forti piogge autunnali, con il consueto corollario di vittime e di distruzioni, tornano al centro del dibattitto ambientalista. Interviene il Wwf con una nota in cui chiede di abbandonare i combustibili fossili. La primaria associazione torna anche sul tema del ponte di Messina, contro il quale riconferma la sua opinione contraria.

 
Dissesto idrogeologico
“Ormai ogni alluvione è un bollettino drammatico nel quale siamo costretti a contare vittime, dispersi e ingenti danni alle comunità e alla nostra economia. La fragilità del nostro territorio, unita al consumo di suolo e a una cementificazione che continua a correre, oltre che alla riduzione degli spazi naturali dei fiumi, rendono sempre più grave l’emergenza generata dagli impatti della crisi climatica”, conferma l’associazione.
“Stato di grave emergenza in Toscana, dove si piangono già cinque morti ma allerta anche in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Umbria, Campania, Molise e Lombardia, dove si teme una nuova esondazione del fiume Seveso. È sempre più evidente che il nostro Paese si trovi in uno stato di calamità climatica permanente, sottovalutato per anni dalla politica. È assurdo che, ad esempio, in un periodo in cui tutte le risorse andrebbero concentrate sulle politiche di adattamento al cambiamento climatico, il governo abbia destinato circa 15miliardi di euro per il ponte sullo stretto di Messina. Altrettanto assurdo che, mentre la crisi climatica corre, i decisori politici, invece di concentrarsi sullo sviluppo delle energie rinnovabili, siano pronti a varare il cosiddetto Piano Mattei”.
Aggiunge il Wwf che sui combustibili fossili “la bozza di revisione del Piano Integrato Energia Clima (Pniec) non prevede alcun programma di uscita, tranne che per il carbone: quindi le politiche climatiche sono del tutto insufficienti a raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati”.
 
No al ponte di Messina
Aggiunge in un comunicato l’associazione ecologista: “In una stagione di carenza di risorse economico-finanziarie da dedicare alle politiche sociali e alla manutenzione del territorio, si ipoteca il futuro del Paese per realizzare l’opera fallimentare del ponte sullo Stretto di Messina. Secondo il Wwf il Governo fa il gioco delle tre carte sui fondi pubblici realmente disponibili per realizzare il ponte e, nonostante ciò, procede a tappe forzate. Nelle ultime bozze dalla Manovra 2024”, fa notare il Wwf, “il Governo dice di voler stanziare dal 2024 al 2032 11,630 miliardi di euro quando invece nel DEF aveva calcolato prudenzialmente che ci fosse bisogno di almeno 14,6 miliardi di euro (compresi i costi dei collegamenti ferroviari e non di quelli stradali) e, nel contempo, stabilisce di dover reperire ulteriori risorse ogni anno, dal momento dell’apertura dei cantieri. L’esecutivo evidentemente non conosce nemmeno i costi finali necessari alla realizzazione dell’opera, costi che dipendono anche dalle necessarie valutazioni di impatto ambientale sinora non concluse”. Eppure, sottolinea il Wwf, ad oggi non esiste un piano economico-finanziario che attesti la redditività dell’intervento, né una valutazione di impatto ambientale che dimostri la sostenibilità degli interventi. Anzi, il ponte non si ripagherebbe: ogni giorno si muovono tra le due sponde non più di 4.500 persone e il 76,2% degli spostamenti dei passeggeri è locale e senza auto al seguito”.

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