L’allarme del Wwf. Superato il limite planetario di plastica, danni (quasi) irreversibili per la specie
Nuovo allarme dell’associazione ecologista: “Il governo estenda la raccolta differenziata a tutti i prodotti plastici di largo consumo per una filiera più sostenibile”
Il nuovo allarme del Wwf è sulla plastica e sui contaminanti chimici, i quali hanno superato il “limite planetario” (Planetary boundary), oltre il quale non c'è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita. Secondo il Wwf i danni sono quasi irreversibili per la nostra specie e per la salute umana. Siamo circondati da prodotti come sedie e arredamenti in plastica, penne, spazzolini, giocattoli, pettini, spugne, bacinelle e molto altro, che la regolamentazione attuale non ci permette di riciclare. Nella Giornata mondiale dell’ambiente (5 giugno), il Wwf pubblica il nuovo report “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire” e chiede al governo di andare oltre il riciclo dei soli imballaggi e di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo allo scopo di far crescere l’economia circolare come valore condiviso.
Gestire la plastica
Dice il Wwf che “la plastica deve essere gestita in maniera più efficace ed efficiente, coordinata e integrata, coinvolgendo tutti gli attori (dalle istituzioni, alle aziende, fino alle persone e alle città in cui vivono) e agendo in tutte le fasi - dalla sua produzione, al suo impiego e fino allo smaltimento”. Per il Wwf non è più sostenibile attuare un piano di riciclo limitato agli imballaggi e chiede al governo di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo affinché si trasformino in nuovi oggetti, facendo crescere l’economia circolare come valore condiviso.
In Italia il riciclo della plastica è tra i più avanzati ed efficaci al mondo, ma nel resto del pianeta, e soprattutto nei Paesi di nuova economia che usano materiali plastici in grandi quantità ma non hanno ancora servizi di raccolta adeguati, di fronte a una produzione in costante crescita lo smaltimento della plastica è oggi ancora altamente inefficiente e inefficace, con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale. Il risultato è che nel mondo, afferma il Wwf, “fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano nell’ambiente marino e altrettanti nell’ambiente terrestre ogni anno, in gran parte plastica monouso”.
Una contaminazione planetaria
Una contaminazione globale, diffusa e persistente di ogni ambiente naturale (mari, fiumi, laghi, terra e aria), come afferma nel suo report il Wwf, tanto che l'inquinamento da plastica in Natura ha superato il “limite planetario” (Planetary boundary), oltre il quale non c'è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita. Secondo il Wwf i danni sono quasi irreversibili per la nostra specie e per la salute umana.
La plastica che non è imballaggio
Ma che fine fanno i prodotti in plastica che non possono essere riciclati perché non sono imballaggi, come previsto dalla normativa europea vigente? Sedie e arredamenti di plastica, penne e pennarelli, spazzolini, giocattoli, pettini, spugne e spugnette, bacinelle e ciotole, gonfiabili e palloni, utensili da cucina e guanti, scarpe e ciabatte sono prodotti che non possono essere riciclati perché la regolamentazione attuale non lo prevede e quindi finiscono in discarica o a recupero energetico. “Per fare un esempio – dice il Wwf - in Italia ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti. Un quantitativo importante di plastica che oggi non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti. Altri esempi: se potessimo riciclare una sedia da giardino potremmo ottenere fino a 2,8 kg di plastica riciclata, come riciclare 93 flaconi dello shampoo; con il riciclo di una bacinella per i panni potremmo ottenere fino ad 1 kg di plastica riciclata, come riciclare 500 tappi delle bottiglie dell’acqua; con un trasportino per gatti potremmo ottenere fino a 900 g di plastica riciclata, l’equivalente di riciclare 30 vaschette per le albicocche”.
Raccogliere non solo gli imballaggi
“L’efficienza nell’utilizzo delle risorse, promossa dall’economia circolare, deve diventare un fattore cruciale per orientare nuovi modelli di produzione e di consumo, e consentire una transizione verso stili di vita e dinamiche socioeconomiche più rispettose dell’ambiente - afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia. - Per questo vogliamo muovere alle istituzioni richieste più ambiziose. Non c’è più tempo da perdere”.