L’allarme del Wwf: “I sussidi Ue finanziano attività dannose per la natura”
L’associazione ecologista: gli Stati membri dell’Unione Europea stanno impiegando tra i 34 e i 48 miliardi di euro all’anno di sussidi europei in attività che danneggiano la natura. Verso l’elezione europea
A poco meno di un mese dalle elezioni europee dell’8-9 giugno, il Wwf pubblica uno studio che analizza come l’Italia e gli altri Stati Membri spendono i ricavi ottenuti dalle tasse pagate dai cittadini europei in finanziamenti ad attività che danneggiano l’ambiente.
Secondo lo studio del Wwf, fino al 60% dei finanziamenti della politica agricola comune (Pac), per un totale di 32,1 miliardi di euro l’anno, viene speso dai Paesi dell’Ue in attività che “incoraggiano pratiche agricole dannose per la biodiversità”, dice l’associazione. Al contempo, i sussidi della Pac “non sono equamente distribuiti: oltre agli effetti negativi sulla natura, i sussidi europei vanno a vantaggio di poche grandi aziende agricole e non favoriscono i piccoli agricoltori e le pratiche agro-ecologiche”. In avvicinamento alle elezioni europee il Wwf ha predisposto un osservatorio Natura chiama Europa per confrontare idee, proposte e programmi.
Biodiversità
L’allocazione dei fondi Ue appare al Wwf “in netto contrasto con le esigenze identificate nella Strategia della Ue per la biodiversità 2030, che richiede circa 48 miliardi di euro all’anno per finanziare le attività di agricoltori, proprietari terrieri e comunità rurali e costiere per proteggere e ripristinare efficacemente la natura. Attualmente, l’Ue e i suoi Stati membri non raggiungono questo obiettivo: mancano oltre 18 miliardi di euro ogni anno”.
Allevamenti intensivi
La distribuzione dei fondi della Pac in Italia (36,54 miliardi di euro dal 2023 al 2027) secondo il Wwf favorisce principalmente le grandi aziende agricole a discapito delle piccole: l’80% delle risorse vengono assegnate al 20% delle aziende agricole nazionali, le più grandi. Tra queste rientrano i due terzi delle aziende zootecniche intensive concentrate in tre regioni: Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. La Pac italiana favorisce così gli allevamenti intensivi.
Mediterraneo
A livello europeo, anche i sussidi diretti in altri settori come la pesca (tra 59 e 138 milioni di euro l’anno), le infrastrutture di trasporto (1,7 miliardi di euro–14,1 miliardi di euro all’anno) e le infrastrutture acquedottistiche e idriche (1,3 miliardi di euro–2 miliardi di euro all’anno) “contribuiscono in modo significativo alla perdita di biodiversità”.
In particolare, un approfondimento sui sussidi alla pesca per il periodo 2014-2020 in 12 principali economie del Mediterraneo afferma che 1,3 miliardi di euro (47% dell’importo totale) sono stati utilizzati per sovvenzionare carburante, lavorazione dei prodotti ittici e costruzione e ristrutturazione di imbarcazioni. Solo 957 milioni di euro (36%) sono stati utilizzati per migliorare la gestione e i controlli della pesca o per la protezione della biodiversità. Sebbene i pescatori artigianali costituiscano la stragrande maggioranza delle flotte del Mediterraneo e abbiano generalmente un impatto ambientale inferiore rispetto alla pesca industriale, le piccole imbarcazioni (sotto i 12 metri) hanno ricevuto una quota trascurabile del 3% del sostegno pubblico dell’Ue, con Paesi come l’Italia e la Croazia che hanno investito anche meno del 2%.
Il commento di Caserta
Dante Caserta, responsabile affari legali e istituzionali del Wwf Italia, afferma: “È fondamentale che il Governo riorienti il denaro dei contribuenti, passando dal sostegno alle pratiche dannose ad un approccio più equo e incentrato sulla promozione di pratiche agricole sostenibili al fine di affrontare le sfide ambientali attuali e future.”
Il dossier del Wwf: https://www.wwf.it/uploads/WWF-Harmf...