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Amore litigarello. Legambiente, Lipu e Italia Nostra bisticciano ancora in Campania

where Napoli when Lun, 13/05/2024 who roberto

Sugli impianti eolici e fotovoltaici, che impegnano il paesaggio in modo importante, continuano a dividersi le due anime nobili dell’ambientalismo. Legambiente e Libera sul sequestro dei beni Pellini

L’ambientalismo è sempre piùsanta-croce-sannio.jpg diviso sulle fonti rinnovabili di energia, ecologiche dal punto di vista delle emissioni ma impattanti sulla visibilità paesaggistica perché devono raccogliere forme di energia disperse come il vento, la luce o la pioggia. In Campania bisticciano la Legambiente contro Italia Nostra e Lipu, la prima a sostegno degli impianti di energia ritenuta sostenibile e le seconde contro gli impianti di energia ritenuta insostenibile.
 
Legambiente Campania
"La proposta della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento di dichiarazione di notevole interesse pubblico per un'area vastissima, tra il comune di Morcone e quello di Santa Croce nel Sannio, in provincia di Benevento, è l'ennesimo attacco alle rinnovabili. Una strategia inequivocabile del MiC, che, tramite le Soprintendenze, mette per iscritto, nelle norme tecniche di attuazione, l'impossibilità di realizzare impianti da energia alternativa, mettendoli al pari di discariche, attività estrattive nelle cave e cartelloni pubblicitari", denuncia in una nota Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania. "Mentre si dovrebbe fare della transizione energetica e della lotta all'emergenza climatica un faro indiscutibile nel vero interesse collettivo, si continua a ostacolarla, credendo di tutelare rilievi collinari, boschi, prateri e resti archeologici con il blocco totale di nuovi impianti per la produzione di energia alternativa da fonte solare ed eolica, compresi gli impianti di mini eolico e microeolico, a eccezione di quelli già autorizzati come descritto nel provvedimento".
In altre parole – afferma la denuncia della Legambiente Campania - le fonti rinnovabili di energia sono accettate dalle sovrintendenze “solo per autoproduzione e consumo di singoli edifici, purché siano realizzate con tegole fotovoltaiche o pannelli del colore analogo al manto di copertura. Ricordiamo che la vera minaccia al paesaggio agrario e naturale e alle emergenze archeologiche delle aree interne della Campania sono gli eventi estremi sempre più numerosi. Piogge intense, alluvioni e ondate di calore, che impattano fortemente sulla produzione agricola, danneggiando lo sviluppo economico locale e provocando spopolamento e desertificazione. Non sono certo impianti agrivoltaici a mettere in discussione la ruralità tradizionale, fatta di campi aperti a foraggere e cereali, oliveti, piccoli orti e prati pascolivi. Né tanto meno i valori vedutistici ed estetici vengono compromessi da un insieme di aerogeneratori ben inseriti lungo un crinale".
Continua la nota di Imparato: "Da sempre crediamo che sia fondamentale e necessario progettare impianti innovativi nel rispetto del territorio  e con la partecipazione delle comunità locali. Condanniamo invece fortemente questo approccio ideologico e ribadiamo che lo sviluppo delle rinnovabili è l'unica strada per salvare il paesaggio e lo sviluppo locale, compreso quello turistico che in nessun continente è stato mai rallentato dalla presenza di rinnovabili, anzi molto spesso con la partecipazione delle comunità locali. Condanniamo invece fortemente questo approccio ideologico e ribadiamo che lo sviluppo delle rinnovabili è l'unica strada per salvare il paesaggio e lo sviluppo locale, compreso quello turistico che in nessun continente è stato mai rallentato dalla presenza di rinnovabili, anzi molto spesso gli impianti vengono inseriti in percorsi turistici che sono sempre più ricercati da chi decide di fare vacanze sostenibili”.
La conclusione: “La proposta di limitare gli impianti per l'energia rinnovabile rappresenta un rallentamento potenziale nella transizione verso un'economia più sostenibile e resiliente. È importante che le politiche e le decisioni amministrative sostengano attivamente lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, garantendo al contempo la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale”.
 
Italia Nostra e Lipu Campania
Replicano Italia Nostra e Lipu, la lega per la protezione degli uccelli: inaccettabile attacco di Legambiente Campania alla Soprintendenza di Caserta. Ma ecco il testo firmato da Massimo Maresca, presidente Italia Nostra Campania, Davide Iannelli presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro, Giuseppe Longobardi coordinatore Lipu Campania e Marcello Stefanucci, delegato provinciale Lipu Benevento.
“L’intervento riportato nella scorsa settimana da vari organi di stampa della presidente Imparato di Legambiente Campania, in relazione alla proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico di aree nei Comuni di Morcone e Santa Croce del Sannio, lascia allibiti per la sua gravità. Essa irride le valutazioni del Ministero, accusandolo di una strategia inequivocabile del Ministero della Cultura MIC contro l’istallazione di impianti di produzione energetica eolica e solare, dettata da motivi politici e ideologici e non istituzionali. Ora, il MIC, ai sensi delle prerogative stabilite dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, valuta le aree di importante rilevanza come paesaggio naturale ed agrario, per il sistema insediativo e per le emergenze archeologiche, e ne definisce le norme di salvaguardia, che escludono la possibilità di impianti industriali. In questo caso si tratta di un’area contigua al Parco Nazionale del Matese in fase di realizzazione, caratterizzata dal passaggio del Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, in prosecuzione dalla vicinissima (6 chilometri e mezzo) città romana dei tratturi Saepinum-Altilia, da poco diventata Parco Archeologico nazionale, verso la città dei Liguri Bebiani a Circello e poi verso il Fortore e la Puglia. Italia Nostra Campania e Lipu Campania ricordano anche che la transumanza è considerata dall’Unesco patrimonio immateriale e che nell'adiacente Molise ci si appresta ad investire 130 milioni di euro sui Tratturi, con un progetto nazionale per la tutela e la valorizzazione”.
Continua la nota congiunta: “Ci si meraviglia che il MIC, sulla base della Carta archeologica del percorso beneventano del Regio Tratturo e del comune di Morcone, redatta nel 2010 da autorevolissimi studiosi, abbia riscontrato nell’area valori culturali e paesaggistici tali da rendere necessari strumenti di salvaguardia? Peraltro, l’area, oltre che da due progetti per complessive 12 pale eoliche di oltre 200 metri a poca distanza da entrambi i lati del Regio Tratturo, allo stato non autorizzati e in corso di valutazione per gli evidenti impatti, è minacciata anche da una proliferazione di allevamenti intensivi (NB: a ridosso dell’area SIC del fiume Tammaro) e da interventi edilizi peggiorativi del pregio dei borghetti esistenti e del paesaggio; ma stranamente la dirigente ambientalista di ciò non fa menzione”.
Conclude la protesta congiunta di Lipu e Italia Nostra: “Nel suo fervore la presidente campana di Legambiente riesuma finanche l’invenzione del turismo delle Pale Eoliche che verrebbe qui impedito, perorando la necessità di fare impianti di energie alternative senza limiti di tempi e di luoghi, mentre il Paese è impegnato finalmente dalle stesse direttive europee a individuare le aree idonee per le FER. Ma dovrebbe pur domandarsi se un turismo di qualità e sostenibile sia possibile sotto il rumore delle pale eoliche e a ridosso di allevamenti intensivi. Italia Nostra e Lipu si augurano che la posizione della dirigente di Legambiente venga smentita. È inaccettabile, e ci piacerebbe ricordarle che i territori non sono concetti astratti da studiare e modificare a tavolino, ma luoghi concreti, nei quali uomo e natura, per millenni, hanno costruito paesaggio, cultura e bellezza”.
 
Il caso Pellini
Il ministero dell'Ambiente ha risposto all'atto di significazione di Legambiente e Libera, inviato a firma dei due presidenti, Stefano Ciafani e Luigi Ciotti, sulla vicenda Pellini. “Con la sopravvenuta dichiarazione di inefficacia di marzo 2024 da parte della Suprema Corte della confisca di beni per degli imputati Pellini – scrive il ministero nella risposta alle due associazioni - l'Avvocatura distrettuale dello Stato di Napoli ha ritenuto opportuno effettuare un supplemento istruttorio in ordine alla proponibilità dell'azione in sede civile di risarcimento del danno ambientale ed ha chiesto di attivare l'Ispra per il necessario supporto tecnico implicante l'accertamento dello stato dei siti ai quali è collegato il danno ambientale e la quantificazione dei costi delle attività necessarie a conseguirne la completa e corretta attuazione delle misure di riparazione del danno ambientale”. Così il ministero ha invitato l'Ispra ad affiancare l'avvocatura dello Stato per definire il risarcimento in sede civile.
“Soddisfatti della risposta”, scrivono la presidente della Legambiente Campania, Mariateresa Imparato, insieme con Mariano Di Palma di Libera Campania “auspichiamo che si attivino tutte le procedure in sede giudiziaria per bloccare da subito i beni per oltre 200 milioni di euro dei fratelli Pellini, condannati con sentenza definitiva per disastro ambientale. E deve farlo prima che quei beni tornino, per vizi formali, nella disponibilità di chi li ha accumulati, secondo la magistratura, illegalmente. È necessario che lo Stato agisca immediatamente di fronte alla vera e propria disfatta certificata dalle motivazioni con cui, per decorrenza dei termini, è stata annullata la confisca di quei beni, che devono essere messi a disposizione del ministero dell'Ambiente per garantire tutti gli interventi necessari di risanamento ambientale”.
“Le bandiere con il principio di chi inquina paga, esposte dalle finestre e dai balconi di Acerra da cittadini e associazioni, deve diventare realtà. Sono già trascorsi troppi anni da quando le responsabilità di chi ha avvelenato questi territori accumulando profitti sono diventate sentenze definitive senza che accadesse nulla per quanto riguarda gli interventi di bonifica e risanamento. Ora la beffa della restituzione di quei beni è semplicemente inaccettabile”.

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