Animalìe. Balene. Nave ambientalista scopre una flotta baleniera in azione
Al largo dell’Australia sulla nave giapponese Nisshin Maru c’era il corpo di una balenottera antartica uccisa. La denuncia dell’associazione Sea Shepherd
Dopo cinque settimane di inseguimento nel mar glaciale antartico, l'elicottero di bordo della nave Steve Irwin dell’associazione ecologista Sea Shepherd "ha localizzato la nave-fabbrica della flotta baleniera del Giappone che opera illegalmente, all'interno del Santuario delle Balene Australiano, con una balenottera minore antartica senza vita sul ponte, la prima documentata dalla sentenza del 2014 della Corte Internazionale di Giustizia contro le loro operazioni di baleneria in Antartide". Lo comunica l'associazione ambientalista.
La Nisshin Maru è una grande nave che è ufficialmente registrata come nave per ricerca ma che, secondo le associazioni ambientaliste, è usata per la lavorazione delle balene catturare e uccise dalle baleniere della flotta giapponese, come le Yushin Maru e le Shonan Maru.
La Nisshin Maru è stata individuata dall'elicottero d’appoggio della Steve Irwin alle 12,40 Gmt del 15 dicembre. Quando l'elicottero si è avvicinato, l'equipaggio della Nisshin Maru in coperta si è affrettato a nascondere con un telone la carcassa di balena, mentre la Yushin Maru1 e la Yushin Maru2 hanno coperto velocemente i loro arpioni.
Insomma, "gli assassini di balene della Nisshin Maru sono stati sorpresi con le mani rosse mentre uccidevano balene nel santuario dei cetacei australiano", dice il capitano Adam Meyerson della flotta di Sea Shepherd.
Le immagini riprese da Sea Shepherd sono "le prime fotografie che documentano l'uccisione di balene da quando la Corte Internazionale di Giustizia ha sentenziato, nel 2014, che il loro programma di caccia alle balene è illegale e la Corte Federale Australiana ha condannato l'industria baleniera giapponese per l'uccisione di balene protette nel santuario dei cetacei australiano".
Nelle ultime dieci campagne dell’associazione, afferma Sea Shepherd, le navi ambientaliste hanno salvato più di 6mila balene dagli arpioni a punta esplosiva della flotta baleniera giapponese. Nel 2015 la Corte Federale Australiana ha irrogato al Giappone un'ammenda di 1 milione di dollari australiani per aver cacciato all'interno di un santuario dei cetacei australiano, ma l'ammenda non è mai stata pagata.