Animalìe. Coronavirus e ambiente. Gli zooparchi e gli animali in pericolo
A rischio gli animali e i progetti di ricerca e ripopolamento. L’allarme del Bioparco Zoom di Torino. Il lavoro della Lav e l’ambulanza degli animali
I bioparchi sono chiusi al pubblico. Ma gli esseri che ospitano continuano a vivere, ad avere bisogno di cibo e di cure. Ed è emergenza. Lo raccontano, per esempio, i gestori del Bioparco Zoom Torino. Al suo interno il team composto da biologi, etologi e veterinari - rispettando le norme e le opportune misure di prevenzione - continua incessantemente a lavorare per il mantenimento degli oltre 300 animali e si occupa quotidianamente delle loro esigenze specifiche: dalle cure veterinarie alla vigilanza sanitaria, dal nutrimento alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli habitat.
Spiegano i gestori: “Il mantenimento di una struttura come Zoom ha un costo annuo di oltre 5 milioni di euro, di cui oltre la metà destinati al costo del personale (105 dipendenti in periodo no-Covid-19). Molti dei costi, nonostante la chiusura, non possono essere né ridotti né tagliati, come ad esempio quelli per il benessere degli animali dei loro habitat e il consumo energetico, per i quali si spendono oltre 1,5 milioni. Basti pensare, tra le tante voci, che ogni anno vengono consumate dagli animali 7 tonnellate di carne, 12 tonnellate di pesce, 36 tonnellate di frutta e verdura, 146 tonnellate di fieno”.
I rischi di sopravvivenza
Per quanto già da settimane siano state adottate tutte le misure possibili per prevenire un risvolto catastrofico - dagli immagazzinamenti di scorte di cibo alla pianificazione del protocollo di lavoro che si attiva in situazioni di emergenza - la gestione quotidiana di queste strutture (svolta con la massima professionalità da personale altamente specializzato) comporta costi molto elevati senza nessun sostegno economico da parte dello Stato.
La pandemia è arrivata, inoltre, proprio nel periodo dell'anno più importante, la primavera, che, dopo la chiusura invernale per ragioni climatiche dei parchi all'aperto, è la principale fonte di sostentamento dell'intero anno e che, ormai, non sarà più recuperabile.
Un compito delicato
Ai parchi zoologici la comunità scientifica internazionale affida l'onere, e l'onore, di custodire un patrimonio comune di inestimabile valore e, proprio per questo, non vengono considerati solo luoghi di svago, ma istituzioni dove si svolgono anche importanti attività di tutela della biodiversità, di salvaguardia di specie protette o in via d'estinzione e che contribuiscono alla ricerca scientifica e all'educazione ambientale.
Il patrimonio zoologico, tutelato da norme nazionali ed europee, da specifici contratti di affidamento oltre che da codici etici sottoscritti, non appartiene quindi alle società che gestiscono i giardini zoologici e a cui è affidato. Esso rappresenta un patrimonio di pubblico interesse che, come tale, non è nella disponibilità dei gestori privati.
Le strutture zoologiche rappresentano una delle principali occasioni educative e sociali finalizzate a generare interesse verso le tematiche ambientali e di salvaguardia della biodiversità. Importante anche ricordare che nessun animale viene prelevato in natura; sono tutti nati in strutture zoologiche dove vengono ospitati per fini conservazionisti, soprattutto considerando che la maggioranza di essi appartiene a specie ad elevato rischio di estinzione e costituisce l'ultima concreta speranza di conservare integra la biodiversità del Pianeta.
Il commento di Casetta
"Personalmente mi reputo pessimista sull'andamento dell'emergenza - dichiara Gian Luigi Casetta, CEO & Founder ZOOM Torino - e penso colpirà duramente tutti i nostri parchi, aziende sane che si sono sempre prese cura degli animali e che ora si trovano in seria difficoltà. A lungo termine rimane l'ottimismo che la coscienza sociale possa finalmente svegliarsi rispetto ai temi legati alla biodiversità e alla salvaguardia ambientale che le nostre strutture da sempre comunicano e fanno vivere in prima persona. Non possiamo dimenticare, infatti, che i bioparchi si prendono cura di un patrimonio zoologico di inestimabile valore e della sua salvaguardia. Attualmente stiamo beneficiando dei decreti governativi, ma non possiamo dimenticare dell'impegno necessario per il mantenimento e la cura degli animali, animali - che ricordiamo - non sono assolutamente di proprietà delle singole società, ma un patrimonio della comunità che viene affidato alle nostre strutture zoologiche per fini conservazionisti. Facciamo di tutto per garantire il massimo standard di benessere per gli animali e ci auguriamo di poterlo continuare a fare."
L’ambulanza Lav degli animali
Oltre 9.000 contatti ricevuti nelle prime tre settimane di attivazione del front desk LAV per far fronte alla terribile pandemia di coronavirus, sono un'ulteriore misura della gravità della crisi sanitaria che stiamo vivendo. Per questa ragione, LAV sta concentrando tutti i suoi sforzi per prestare servizio con la propria ambulanza veterinaria sul territorio di Roma, e in tutta Italia fornendo assistenza agli animali di persone anziane, ricoverate per Covid-19, in quarantena, o isolamento domiciliare e continuando a garantire il mantenimento di centinaia di animali, tra cui cani e gatti, animali sottratti a maltrattamenti e sperimentazione, animali selvatici ed esotici confiscati a circhi o provenienti da traffici illegali.
La prima azione è stata quella di intervenire tempestivamente ovunque ci fosse bisogno di aiuto nell'emergenza Coronavirus: a livello nazionale, attivando un front desk di emergenza (06.4461325 e 320.4795555, 5 linee attive, emergenza(at)lav.it) e fornendo un'informazione completa e costantemente aggiornata (FAQ: www.lav.it/news/coronavirus-animali-faq); localmente, in tutti i territori, grazie al lavoro degli attivisti LAV che, da Bergamo a Siracusa, si stanno prodigando per soccorrere gli animali e fornire assistenza alle persone che non possono continuare ad occuparsene.
È attivo dal 1° aprile sul territorio di Roma un servizio di assistenza per gli animali di persone e famiglie concretamente impedite a farlo, trasferire quelli che non possono essere accuditi a domicilio presso abitazioni o strutture di accoglienza, trasportarli presso cliniche veterinarie per interventi urgenti, assistere le colonie feline presenti sul territorio, e intervenire in altri casi di necessità (disponibile chiamando il numero 06.86357303 o scrivendo a ambulanza @lav.it).