Animalìe. Corpo di mille balene! L’Europa rallenta su sardine e acciughe
L’Europarlamento vota un modesto Piano pesca in Adriatico. Il Mediterraneo è il mare più sfruttato al mondo. Il Wwf protesta
Al termine di un ciclo di negoziazioni di un anno, il Parlamento europeo ha votato per mantenere nelle acque di Italia, Croazia e Slovenia un modello di gestione della pesca che non modifica lo status-quo, nonostante la pesca in Adriatico sia in grave crisi.
Il Piano prevede una riduzione del 4% delle catture di sardine e acciughe tra il 2020 e il 2022, cioè un valore di riduzione addirittura inferiore rispetto a quello del 5% adottato un mese fa dalle Nazioni Unite come misura di emergenza da applicare a livello internazionale per evitare il collasso di questi stock ittici.
Poiché il piano verrebbe applicato solo fino al 2022, molto probabilmente ci sarà bisogno di negoziare e adottare un nuovo piano pluriennale entro i prossimi due anni per impedire che il Mare Adriatico sia di nuovo governato da quadri legislativi diversi e contraddittori.
Il piano di gestione della pesca per il Mare Adriatico è stato inizialmente proposto a febbraio 2017 per fornire uno strumento di governance a lungo termine per gestire in maniera sostenibile gli stock ittici e per ridurre l'impatto delle attività di pesca sull'ambiente marino.
Invece ora, per una manciata di voti, i deputati hanno respinto l'introduzione di un approccio innovativo alla gestione della pesca in Adriatico e prodotto benefici per il sistema ecologico. Nel piano adottato dal Parlamento non compare nemmeno una misura per limitare l'impatto delle attività di pesca sull'ambiente marino.
Oltre il 90% degli stock ittici mediterranei è sfruttato in eccesso (Comitato tecnico economico scientifico per la pesca - STECF), rendendo il Mare Nostrum la regione più sfruttata in tutto il mondo. La situazione non è diversa per le acciughe e le sardine del mare Adriatico, i cui stock sono ad alto rischio di collasso. Nell'ottobre 2018, la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM) delle Nazioni Unite ha dovuto adottare misure di emergenza per gli anni 2019-2021 per evitare il collasso degli stock. Queste misure di emergenza erano in realtà più ambiziose (riduzione del 5% delle catture annue e chiusure di alcune aree di pesca) rispetto al piano adottato dalla sessione plenaria del Parlamento europeo (riduzione annua delle catture del solo 4%).
Secondo il Wwf, con il voto sul Piano di gestione della pesca per l'Adriatico il Parlamento europeo ha perso l'opportunità di aiutare gli stock ittici di quest'area a riprendersi da una pesca eccessiva, mancando quindi l'opportunità di garantire un futuro sostenibile per la regione più sfruttata del mondo e il Wwf invita la Commissione europea a ritirare la sua proposta originaria e presentare un nuovo piano di gestione.
A parere del Wwf , il piano è lontano dalle raccomandazioni scientifiche che indicano la necessità di ridurre immediatamente le catture di queste specie rispettivamente del 10% e del 25%.
Giulia Prato, responsabile mare Wwf Italia, ha dichiarato: "Per il Parlamento europeo questa poteva essere l'occasione per promuovere il recupero dell'ambiente marino Mediterraneo, la regione più sfruttata al mondo. Questo risultato, estremamente deludente, ci indica che i deputati europei sono più preoccupati di garantire i profitti a breve termine dell'industria piuttosto che seguire il parere scientifico volto a garantire la sostenibilità degli stock ittici, a ridurre gli impatti negativi della pesca sull'ambiente e a produrre vantaggi socioeconomici nella regione mediterranea. La Commissione europea dovrebbe ora ritirare completamente questo piano, poiché non ha senso discutere misure che non apportano alcuna prospettiva positiva per la sostenibilità della regione e dei suoi pescatori".