torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Animalìe. Covid e caccia. Ecologisti contro l’Abruzzo: “Cacciatori in giro, cittadini a casa”

where L’Aquila when Lun, 21/12/2020 who roberto

Le associazioni chiedono al governo di impugnare l’ordinanza della Regione e denunciano anche Toscana, Calabria e Lombardia

Wwf Italia, Enpa, Lav e Lipu Birdlifecacciatori-abruzzo.jpg Italia hanno indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio e ai ministri competenti con la richiesta di impugnare l’ordinanza n. 108 del 12 dicembre 2020 del presidente della Regione Abruzzo che, in contrasto con le disposizioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre 2020 e con le norme sulla caccia, autorizza in una regione classificata come “arancione” i cacciatori a svolgere la loro attività non solo nel comune di residenza, ma in tutte le decine di comuni del loro ambito territoriale di caccia. Uguale privilegio viene riconosciuto anche ai pescatori autorizzati a spostarsi nell’intera provincia di residenza.
 
Anche Toscana, Calabria e Lombardia
Il caso dell’Abruzzo non è isolato: atti dal contenuto sostanzialmente identico sono stati emanati dalle Regioni Toscana (ordinanza n. 117 del 5/12/2020), Calabria (ordinanza n. 94 del 7/12/2020) e Lombardia (decreto n. 649 del 9/12/2020). “Mentre tutti i normali cittadini devono rinunciare ad una passeggiata in montagna o anche a svolgere una serie di attività economiche, i cacciatori possono muoversi liberamente su gran parte del territorio provinciale”, protestano le associazioni.
La caccia è una (discutibile) attività ludico-ricreativa che non è assimilabile ad attività professionale e che è assolutamente diversa, per scopo e funzioni, alla gestione della fauna, attività scientifica e regolata dall’art. 19 della legge 157 del 1992: articolo che esclude, anche in caso di ricorso eccezionale a piani di controllo, il ricorso ad operatori privati quali i cacciatori. Infatti, nell’ordinanza della Regione Abruzzo tale piano è disciplinato in un punto autonomo e separato.
 
Sono disposizioni illegittime?
Secondo le associazioni ecologiste, queste misure sono illegittime. “L’illegittimità delle disposizioni di questi provvedimenti regionali è del tutto evidente perché risultano in contrasto con il Dpcm in vigore e violano il principio secondo cui le Regioni non possono derogare in peius alle disposizioni nazionali poste a tutela della salute pubblica. Il Dpcm in vigore è stato emanato sulla base della dichiarazione di uno stato di emergenza nazionale al fine di tutelare il primario interesse della salute pubblica: consentire lo spostamento indebito fuori dal proprio Comune di decine di migliaia di cittadini, senza una reale motivazione, per esercitare un’attività ludica, appare una chiara violazione tanto del diritto alla salute quanto nel principio fondamentale di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione”.
 
La richiesta
Le Associazioni chiedono quindi un intervento immediato del Governo per arginare tale illegittima tendenza filo-venatoria che porta le regioni ad emanare ogni anno provvedimenti puntualmente dichiarati illegittimi dai tribunali amministrativi o che non passano il vaglio della Corte Costituzionale determinando, oltre ai rischi per la nostra biodiversità, enormi sprechi di risorse pubbliche.

immagini
caccia
leggi anche: